Iacopino del Conte

Nato a Firenze intorno al 1515, Iacopo del Conte detto Iacopino visse il periodo di massimo splendore della storia dell'arte, vale a dire il pieno Cinquecento, allievo della bottega di Andrea del Sarto e in contatto con il figlio di Domenico Ghirlandaio, Ridolfo, dal quale apprese l'arte ritrattistica che, afferma Giorgio Vasari, gli permetterà di avere successo nella Roma dei papi.
Realizzò infatti alcuni ritratti di pontefici estremamente importanti per la storia dell'arte, come Paolo III Farnese, sotto il quale Michelangelo Buonarroti concluse il meraviglioso Giudizio universale della Cappella Sistina per poi dedicarsi alla decorazione della Cappella Paolina, luogo privato e di preghiera adibito solo al successore di Pietro.

Paolo III con un consigliere - 1537 circa - Roma, basilica di Santa Francesca Romana

Iacopino del Conte si trasferì in giovane età nella città eterna per contemplare i capolavori di Michelangelo e Raffaello Sanzio. Gli anni che visse furono quelli successivi al Sacco di Roma del 1527, conoscendo dunque gli allievi del Sanzio tornati in città dopo diverse esperienze in giro per l'Italia, come per esempio Perin del Vaga, anch'egli fiorentino, ma anche artisti come Daniele da Volterra, uno dei più entusiasti seguaci del Buonarroti, e Francesco Salviati, amico del Vasari, col quale entrò in competizione. Poté inoltre conoscere di persona Michelangelo, dalla cui grandiosa pittura fu molto influenzato, così come da quella del suo allievo Sebastiano del Piombo. Sebbene il rapporto con il Buonarroti si interruppe bruscamente, probabilmente per motivi di gelosie, Iacopo ci ha lasciato quello che è il ritratto più conosciuto del tenebroso artista, un'opera celeberrima di cui però spesso non si conosce l'autore.

Ritratto di Michelangelo - 1535 circa - Firenze, Museo Casa Buonarroti

Quello che vediamo è un Michelangelo segnato dalla fatica delle varie imprese compiute, con la mano deformata posta in primo piano che ricorda nella posizione delle dita la Creazione di Adamo della volta della Sistina, mano capace di donare la vita al marmo, come nella Pietà della basilica di San Pietro e nel David simbolo eterno della città di Firenze.
Il ritratto è stato utilizzato per alcuni studi sul Buonarroti nei quali si arrivò a constatare che l'artista soffriva di una grave forma di artrosi che gli rese assai difficile ogni attività manuale soprattutto in età avanzata. La sua forza di volontà e il desiderio di portare a termini i suoi capolavori gli permisero però di vincere la malattia, donando ulteriore valore alle sue imprese.

Iacopino ha realizzato anche il ritratto di un altro protagonista della Roma di quegli anni, ossia Antonio da Sangallo il Giovane, proveniente da un'importantissima famiglia di architetti. Al tempo di papa Paolo III fu infatti nominato primo architetto della fabbrica di San Pietro, sino a quando alla sua morte gli successe Michelangelo, che impostò per sempre la struttura della basilica portata poi a conclusione da Carlo Maderno.