Domenico Guidi

Scultore dell'età barocca, Domenico Guidi nacque in Toscana, nei pressi di Carrara, l'anno 1625, crescendo dunque a stretto contatto con il marmo.
Intorno alla metà del secolo si trasferì a Roma, in anni a dir poco cruciali per la storia dell'arte, quando le opere di Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona introducevano le grandi novità del Barocco cambiando per sempre l'aspetto della città eterna.
Guidi si concentrò però maggiormente sul classicismo di un autore come Alessandro Algardi, entrando nella sua bottega come collaboratore e divenendone l'allievo più fedele insieme a Ercole Ferrata.
Una delle opere più importanti del Guidi si trova nella chiesa di Sant'Agnese in Agone, in piazza Navona, dove anche il Ferrata aveva lavorato intagliando il suo capolavoro, la bellissima statua di Sant'Agnese.
La pala d'altare raffigurante la Sacra Famiglia, realizzata tra il 1676 e il 1683, è uno degli esempi più riusciti di questo genere che trovò notevole fortuna nel secolo di Guidi, si pensi a Pietro Bernini e allo stesso Algardi nella basilica di San Pietro, per proseguire anche in quello successivo, il Settecento.

Sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini scolpì uno degli angeli che adornano il meraviglioso Ponte Sant'Angelo, progetto nel quale furono coinvolti diversi artisti della bottega berniniana ma non solo, su tutti Antonio Raggi, Cosimo Fancelli, Lazzaro Morelli e lo stesso Ferrata. Guidi si occupò dell'Angelo con la freccia, uno degli ultimi della serie andando verso il castello, che regge in mano la lancia con cui fu trafitto il costato di Cristo.

Nuovamente collegata al Bernini e tipicamente barocca è la scena del Sogno di San Giuseppe, situata in uno dei luoghi più prestigiosi per la storia dell'arte, ma allo stesso tempo quasi sconosciuta ai più, forse perché offuscata da un altro capolavoro.
Nella piccola chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma, ai lati dell'altare, si trovano due cappelle di medesima impostazione, poste in perfetta specularità. A destra si trova il gruppo scultoreo del Guidi, mentre a sinistra, meta di innumerevoli visitatori, l'Estasi di Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini. Emblema stesso del Barocco, il capolavoro berniniano brilla di luce propria con quell'illusione magnifica della finestra nascosta allo spettatore, che dopo aver contemplato l'estasi mistica della santa quasi non si accorge dell'altra scultura perché sopraffatto da tanta bellezza e divenuto egli stesso parte dell'evento prodigioso come i committenti scolpiti ai lati della cappella.

Per la sua composizione, Guidi pensò ad una soluzione simile a quella del Bernini, sebbene meno spettacolare, cercando di adeguarsi al predecessore per far sì che il diretto confronto non compromettesse troppo la sua opera, il cui giudizio è comunque sempre stato viziato da molti storici dell'arte.
San Giuseppe è caduto in un sonno profondo, e tiene il gomito appoggiato per sorreggere la testa. L'angelo sembra essere appena giunto sulla scena, svegliandolo dolcemente ed esortandolo nel fuggire in Egitto per mettere in salvo il piccolo Gesù. Da notare l'attento studio anatomico nelle fattezze di Giuseppe e l'impostazione classicheggiante della figura angelica, profondamente diversa da quella del Bernini.
L'angelo rimanda infatti alle statue dell'Algardi, in particolare a quella in bronzo del San Michele presso i Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, a cui collaborò lo stesso Guidi, ma anche ai dipinti di un classicista quale Carlo Maratta, si veda l'angelo appena sotto l'Immacolata Concezione custodita nella chiesa di Sant'Agostino a Siena.

Lo stesso San Giuseppe appare sopraffatto dalla vista dell'opera del Bernini posta al suo cospetto, spettatore silenzioso che contempla eternamente tanta perfezione. L'omaggio che noi possiamo fare ad un grande artista quale Domenico Guidi è quello di fermarci almeno qualche istante dinanzi a questa composizione, nonostante l'appagamento provocato nell'animo dall'Estasi di Santa Teresa; in tal modo la sua opera non passerà inosservata, ma verrà ricordata come una delle ultime creazioni di un autore dalla raffinata sensibilità, capace di ritagliarsi uno spazio nello straordinario periodo barocco, ancor di più di non finire nell'ombra di un gigante quale Bernini.

Bibliografia

Roma Barocca - Gerhard Wiedmann - Jaca Book

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