William Turner

William Turner fu un pittore inglese tra i più importanti esponenti dell'arte romantica, attratto sin dai suoi esordi dallo spettacolo della natura e dai violenti sconvolgimenti naturali al cui cospetto l'uomo è nulla. Affrontò dunque il genere del paesaggio sublime, cercando di esprimere quel sentimento di piacere e allo stesso tempo di paura angosciante, ben teorizzato dal filosofo Immanuel Kant, che si prova alla vista o al pensiero dell'infinito. In questo senso si può paragonare la sua pittura a quella del tedesco Caspar David Friedrich, il quale volle affrontare, attraverso i suoi suggestivi dipinti, temi quali la fragilità e l'impotenza dell'umano di fronte all'immensità del creato, ma allo stesso tempo la capacità di comprendere questo infinito e di sentirsene parte.

Il Romanticismo fu un movimento artistico, letterario e musicale che si sviluppò in Germania alla fine del XVIII secolo, diffondendosi poi in Inghilterra, in Francia e in Italia durante l'Ottocento. Più precisamente viene considerato il 1815, anno del Congresso di Vienna, l'inizio di questa corrente di pensiero.

A livello artistico il Romanticismo si concentrò, soprattutto in Inghilterra e Germania, sulla pittura di paesaggio. Proprio in Inghilterra si distinsero due correnti: quella detta del paesaggio sublime, di cui Turner fu appunto il più celebre rappresentante, e quella del paesaggio pittoresco, alla quale apparteneva un autore come John Constable, volta ad esprimere sentimenti malinconici e nostalgici.

Importante è menzionare i principali pittori romantici delle altre nazioni europee, come Francesco Hayez per l'Italia, mentre per la Francia Eugène Delacroix e Théodore Géricault. Di quest'ultimo l'immenso capolavoro del Museo del Louvre, La zattera della Medusa, è considerato uno dei manifesti dell'arte romantica e fu decisivo per Turner per il tema e il significato che custodisce.

Di simile impostazione è la tela di Turner intitolata Il naufragio, custodita alla Tate Gallery di Londra, dove vi sono moltissimi quadri dell'autore, che rappresenta delle imbarcazioni in preda alla forza del mare e i tentativi da parte degli equipaggi di salvare i propri compagni. Se Turner ha voluto trasmettere la sensazione di angoscia e di impotenza dell'uomo nella sua disperata lotta tra la vita e la morte, l'opera appare però maggiormente focalizzata alla precisa rappresentazione dello sconvolgimento naturale, più che al trasmettere significati. Géricault, invece, ha voluto conferire al suo dipinto un valore universale, vale a dire il naufragio delle speranze, il profondo smarrimento dell'umano, riuscendo nell'impresa di trasformare un episodio di cronaca reale in un simbolo senza tempo. Per farlo decise inoltre di utilizzare per la sua tela delle dimensioni enormi che prima di allora non erano mai state destinate a soggetti privi di rilievo storico. In questo modo si impose come modello, non solo nell'arte romantica, ma anche per la corrente del Realismo, che si affermò nel panorama pittorico francese di lì a poco grazie a Gustave Courbet, l'esponente più significativo.

Grande viaggiatore, durante la giovinezza Turner si recò in Francia, a Parigi, dove entrò in contatto con l'atelier di Jacques-Louis David, studiando inoltre i capolavori del paesaggista Claude Lorrain, ma anche di Tiziano, Correggio, Rubens e Rembrandt.
In occasione di una visita in Italia nell'anno 1820, nell'anniversario dei trecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio, Turner diede vita ad una grande tela intitolata Roma vista dal Vaticano. L'omaggio al pittore urbinate è evidente dalla posizione scelta dall'inglese per dipingere quella che è la piazza più importante di tutta la cristianità, vale a dire dalle meravigliose Logge, un luogo stupendo adibito al passeggio del pontefice affrescato da Raffaello e bottega.
Turner, oltre all'omaggio, sembra fare un parallelismo fra sé stesso e l'Urbinate, che vediamo in primo piano impegnato nella preparazione dei disegni per le decorazioni. Accanto a lui, fra numerosi quadri, tra cui si riconosce la Madonna della Seggiola, vi è l'amata Fornarina, affacciata al cospetto del colonnato di Gian Lorenzo Bernini e di una città eterna che si perde all'orizzonte.

Datato 1842, il dipinto Tempesta di neve è legato alla leggenda secondo la quale l'opera deriverebbe da un'esperienza realmente vissuta dall'autore, che per cogliere la luce e le emozioni di un così grande sconvolgimento si sarebbe fatto legare all'albero maestro di una nave sfidando le intemperie. Tale episodio spiega bene la visione del pittore, secondo cui l'arte era un'esperienza totale, e riassume lo spirito del Romanticismo che, come sosteneva il poeta Charles Baudelaire, è qualcosa di intimo e privato; è quello scrutare nell'abisso della propria interiorità e scoprire di appartenere ad un infinito al quale da sempre l'uomo aspira a ricongiungersi.
In lontananza sembra vedersi un'altra imbarcazione sbattuta dalle onde, in uno scenario profondamente drammatico nel quale cielo e mare divengono tutt'uno.

Ispirato dalle idee di Goethe espresse nella sua opera Teoria dei colori, tradotta in inglese nel 1840, Turner realizzò nel 1843 Luce e colore: il mattino dopo il diluvio, uno dei suoi quadri più celebri, conservato, come i precedenti, alla Tate Gallery. Lo scrittore tedesco, tra i massimi esponenti del Romanticismo letterario, definì positive tonalità come il rosso, il giallo e il verde, in quanto suggeriscono sensazioni quali la gioia e il calore. Turner si servì di tali tonalità al fine di raffigurare il diradarsi delle tenebre a seguito del diluvio universale, quando la luce torna ad illuminare la terra e la gioia invade il creato.

Alla National Gallery di Londra si può osservare infine un altro capolavoro dell'artista inglese, dal titolo Pioggia, vapore, velocità. Turner amava viaggiare e si entusiasmò per il progressivo affermarsi del treno come mezzo di trasporto rapido e confortevole. I suoi biografi narrano che durante uno dei suoi viaggi in treno, sporgendosi dal finestrino, il pittore vide sotto una pioggia battente un altro treno provenire dalla direzione opposta. Decise allora di fissare quell'istante nella sua memoria e poi di trasferirlo sulla tela.
Lungo un ponte vediamo così un treno che giunge verso di noi ad altissima velocità. I contorni non si vedono chiaramente; tutto è avvolto dal vapore e immerso nella foschia. A sinistra, sotto il ponte, si può scorgere una barca nel fiume, sicuramente più nitida rispetto al resto del paesaggio in quanto statica, mentre nell'immagine del treno Turner voleva rendere l'idea del movimento e della velocità, anticipando un soggetto che troverà notevole fortuna nella seconda metà dell'Ottocento.
L'autore riuscì così a conferire dignità e valore ad un mezzo di trasporto, forse per la prima volta nella storia dell'arte, omaggiando la rivoluzione industriale e stupendo il pubblico per una scelta certamente insolita per quei tempi.
Anche dopo la morte Turner non finì di sorprendere; nella sua casa furono infatti ritrovati un incredibile numero di disegni, acquerelli e schizzi preparatori che custodiva gelosamente. Tutto andò in eredità alla sua nazione, l'Inghilterra, l'unico luogo in cui si possono ammirare i suoi affascinanti lavori.