Francesco Hayez

Nato a Venezia nel 1791, Francesco Hayez fu il caposcuola del Romanticismo italiano, ammiratissimo dai contemporanei.

Nel 1809 si trasferì a Roma dove ricevette una formazione neoclassica, conoscendo il grande scultore Antonio Canova. Inoltre poté ammirare i capolavori delle Stanze Vaticane di Raffaello Sanzio.

Fu però l'arrivo a Milano nel 1820 a segnare l'inizio della sua lunga carriera, entrando in contatto con l'alta borghesia e la nobiltà del tempo.

Molto significativa fu la sua attività di ritrattista di celebri letterati, musicisti e patrioti contemporanei, tutti conservati nella Pinacoteca di Brera, tra cui quello dello scrittore Alessandro Manzoni.

In Italia, a causa della permanente impronta classicistica, gli ideali romantici tardarono ad essere riconosciuti, sia in campo letterario che artistico, al contrario degli altri principali paesi europei. In Francia, Germania e Inghilterra le opere di autori come Eugène DelacroixCaspar David Friedrich e William Turner erano già celebri e riconosciute come capolavori.

Hayez è celebre tuttavia per i suoi dipinti sentimentali che mostrano l'interesse degli artisti romantici verso le più importanti opere letterarie del passato, tratte da autori come DanteTorquato Tasso e William Shakespeare.

Le scene rappresentate mostrano una componente fortemente melodrammatica che in quegli anni trovava espressione nella musica del compositore Giuseppe Verdi.

L'Ultimo bacio di Romeo e Giulietta, datato 1823, è ispirato alla scena del dramma di Shakespeare in cui i due innamorati si devono separare. Congiunti solo per un istante, che il pittore sospende eternamente, le loro bocche si sfiorano appena, con i corpi che esprimono all'osservatore un senso di movimento. Il dramma deve ancora compiersi, i due amanti non potranno essere felici in vita, ma l'intensità del loro sentimento li vedrà uniti nel per sempre.

Tra il 1840 e il 1841 Hayez realizzò Malinconia, un bellissimo dipinto conservato alla Pinacoteca di Brera che riesce a cogliere nel profondo lo stato d'animo del soggetto, a raffigurare un sentimento così privato, capace di estraniare dalla realtà. La giovane donna dagli occhi scuri appare infatti assente; il suo cuore è accarezzato dal pensiero della persona amata e la sua vita sembra incompleta, priva della sua essenza, di quell'Amore in cui l'anima cerca ancora rifugio senza però ritrovarlo. Lo stesso autore ci descrive l'opera:

"La Malinconia era rappresentata da una giovane donna del Medioevo, che presa da un sentimento d'amore, sta in una posa abbandonata, che nonostante la passione per i fiori, da essa raccolti in un vaso, tenendone uno in mano che forse le ricorda la persona a lei cara, tiene alquanto china la testa, per meglio nutrire il pensiero che la domina, non curante tutto quello che le sta intorno, e gli abiti stessi che le cadono da una spalla, lasciando vedere parte del petto. L'abito è di raso celeste carico ch'io credetti adatto al soggetto, anche perché contrapposto alle tinte vive dei diversi fiori, ch'io presi tutti dal vero con cura coscienziosa".

Il bacio, capolavoro di Hayez datato 1859 e conservato nella Pinacoteca di Brera, è diventato il dipinto simbolo del Romanticismo italiano e della passione amorosa che si manifesta nel suo gesto più nobile e intimo.

I due innamorati sono stretti da un intenso e fugace bacio; l'opera, se osservata attentamente, fa infatti presagire il dolore per una partenza imminente. L'amato ha il piede sinistro sul gradino, pronto a fuggire da qualcuno che possiamo intravedere nell'ombra inquietante alle sue spalle.

Quello che accadrà dopo la fuga e la loro separazione resta un'incognita per chi osserva l'opera; dall'ambientazione medievale e dalle tematiche dipinte si può però dedurre che i personaggi siano Paolo e Francesca, i celebri amanti di cui racconta Dante nel Canto V dell'Inferno.

Divenuto anziano, Hayez si dedicò a poche opere, realizzando però ancora celebri ritratti come quello postumo di Gioachino Rossini, datato 1870. La tranquillità di questi anni fu interrotta dalla morte dell'amata moglie nel 1869.
Il pittore morì a Milano nel 1882, all'età di 91 anni, pianto da tutti i contemporanei. Le sue spoglie furono portate con grande accompagnamento al Cimitero Monumentale.