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Il Barocco genovese, sviluppatosi con una trentina d'anni di ritardo rispetto a Roma - dove Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona cambiavano per sempre la storia dell'arte - raggiunse vette espressive di primaria importanza e rara bellezza, in ambito pittorico come in quello scultoreo.
La presenza di uno scultore di levatura internazionale come Pierre Puget permise alla città di accogliere le novità del secolo, imponendosi definitivamente come uno dei centri principali nella grande stagione barocca grazie a Filippo Parodi e a Domenico Piola, quest'ultimo assoluto protagonista delle decorazioni pittoriche cittadine. L'artista era amico e collaboratore dei due scultori che al tempo rappresentavano nel loro campo i massimi esponenti all'interno del prestigioso contesto genovese, inoltre era al corrente delle imprese compiute a Roma negli stessi anni dal conterraneo Giovan Battista Gaulli a fianco del Bernini.
Il percorso di Piola, nato l'anno 1627, comincia intorno alla metà del secolo in provincia di Genova, a Recco, dove nella suggestiva Chiesa di San Francesco si può osservare l'Adorazione dei pastori, un dolce momento di natività connotato da serenità e grazia, con al centro il piccolo Gesù le cui morbide fattezze sembrano illuminare la scena e il volto della Madre, che lo guarda compiaciuta. Il Bambino, deposto sulla mangiatoia e coricato su un morbido lenzuolo, è circondato da San Giuseppe, i pastori, uno dei quali allieta il neonato con il suono del suo flauto, il bue, l'asinello e infine, in alto, due angeli festanti.

Sempre a metà Seicento Piola firmò l'Ultima Cena oggi al Museo Diocesano di Albenga, una tela di notevoli dimensioni il cui riferimento più immediato è l'omonimo dipinto di Giulio Cesare Procaccini, capolavoro visibile all'ingresso della sontuosa Basilica della Santissima Annunziata del Vastato, una chiesa definita da Montesquieu come "la più bella di Genova", dove Piola avrà il privilegio di dipingere alcune sublimi pale d'altare.

Entrambe le scene mostrano concitazione, con un'attenzione per la gestualità e le espressioni, e sono ambientate in uno scenario architettonico aperto sullo sfondo. Nel dipinto di Piola le figure risaltano in primo piano sulla tavola spoglia e dimessa, con piatti vuoti, qualche posata e pochi frutti. Il primo piano viene accentuato dall'artista con l'introduzione, al di là del tavolo, del giovane servo, del cagnolino e dello sgabello su cui sono appoggiati un lembo e un frutto.

Ritornando in provincia di Genova, nella Chiesa di San Giovanni Battista a Chiavari, si trova l'Assunzione della Vergine, datata 1676, che mostra l'influenza degli artisti che operavano a Roma a inizio secolo, si pensi all'Assunta di Annibale Carracci nella chiesa di Santa Maria del Popolo, evidenti nello slancio vitale verso l'alto della Vergine, nell'analogo modo di invadere lo spazio da parte delle figure e infine nella resa dei colori e delle figure, con la luce dello sfondo che sembra filtrare tra gli apostoli in primo piano e il gruppo celeste al cui centro vediamo Maria in gloria.

In un'opera come questa si riconosce anche il motivo tipicamente genovese della Vergine sorretta dagli angeli, stile che richiama le composizioni scultoree di Pierre Puget, basti osservare, presso l'Albergo dei Poveri, l'Immacolata, che riprende un tema che ebbe una notevole fortuna nell'arte cittadina seicentesca. Si nota bene, inoltre, come sia divenuto stretto il confine tra pittori e scultori nel contesto genovese, favorito dall'amicizia e dalla collaborazione tra Piola, Puget e Parodi.

Il meraviglioso dipinto che segue mostra per esempio, sebbene in una ricostruzione utopica e fantasiosa, quello che si sarebbe potuto ammirare nella Basilica dell'Assunta di Carignano, con il solenne baldacchino che Puget voleva porre al centro dell'edificio, a coronamento dell'altare, riprendendo il celeberrimo esempio berniniano della Basilica di San Pietro. Il progetto non fu mai portato a termine, tuttavia Piola, che inserì al centro del disegno una scultura ripresa dal francese, ci restituisce l'idea di quello che sarebbe stato un capolavoro unico nel suo genere, degno del solo Bernini.

Per la Basilica della Santissima Annunziata realizzò nell'anno 1679 l'Annunciazione, altro esempio di iconografia mariana e di come la pittura sembri farsi scultura, in particolare nell'angelo sostenuto da una nuvola e circondato da alcuni putti, dettaglio che assume le fattezze di un vero e proprio gruppo a rilievo, come ci trovassimo dinanzi ad un'opera scultorea.

La stessa Immacolata Concezione del 1683, protagonista di un'altra delle pale d'altare che il pittore realizzò per la basilica, appare la trasposizione pittorica di una scultura che potrebbe essere uscita dalle mani di Puget o del Parodi. Coronata di stelle da Dio Padre la Vergine Maria, immagine di purezza e perfezione, riprende fedelmente quanto formulato anni prima, nel 1661, da papa Alessandro VII Chigi, che proclamò il dogma di fede dell'Immacolata, approvato definitivamente solo nel 1852 da Pio IX.

Sempre in basilica, infine, si possono osservare tre tele raffiguranti San Diego, di cui qui ne vediamo due, con al centro il santo che risana gli infermi indicando la Vergine in cielo, mentre a destra è intento a predicare alle genti mostrando il crocifisso. Ancora una volta la spettacolarizzazione delle scene si deve all'inserimento delle pale pittoriche in cornici scultoree e architettoniche di raffinata bellezza.

Vero e proprio trionfo del culto mariano, nonché punto di arrivo della carriera artistica di Piola, è la decorazione della piccola Chiesa di San Luca, autentico tesoro del barocco genovese realizzato nell'ultimo decennio del secolo. Coadiuvato da alcuni allievi, il pittore si occupò di dipingere la cupola con l'Incoronazione della Vergine, il catino absidale e il presbiterio.

Nel 1699 Filippo Parodi collocò sopra l'altare la sua ultima scultura, l'Immacolata, pensata per integrarsi armoniosamente con gli affreschi di Piola, testimonianza di quella prolifica collaborazione che segnò l'intera seconda metà del secolo, qui giunta al suo apice nonché all'epilogo, in quanto i due artisti si spensero poco più tardi, nei primi del Settecento. La Vergine, in perfetta proporzione con il ciclo pittorico, riesce a dare l'illusione allo spettatore, in conformità con l'idea barocca, di uscire direttamente dalla pittura, quasi fosse una delle figure che ha preso vita dai dipinti.

Note
La fotografia dell'Ultima Cena di Procaccini è stata scattata nel luglio 2021 a Genova, quelle dell'Annunciazione e delle tele dedicate a San Diego nel luglio 2022, infine quelle nella chiesa di San Luca nell'ottobre 2022.
Bibliografia
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