Matteo da Lecce

Matteo Pérez, noto come Matteo da Lecce, fu un pittore nato intorno al 1545 in Puglia, nei pressi di Lecce, da genitori di origine spagnola.
Secondo un'altra ipotesi, meno accreditata, sarebbe invece nato in Toscana, formandosi a stretto contatto con l'arte di Michelangelo Buonarroti.
A nemmeno vent'anni fu a Roma, dove lavorò per due papi, Pio V e Gregorio XIII, partecipando alla decorazione di Villa d'Este a Tivoli, edificata da Pirro Ligorio.
Sebbene il nome del pittore sia ai più sconosciuto in quanto assente nella maggior parte dei manuali base di storia dell'arte, Matteo da Lecce ebbe il privilegio di dipingere niente meno che nella Cappella Sistina, anche se solitamente i visitatori non si accorgono della sua presenza, rapiti dalla magnificenza dell'arte michelangiolesca.

Nell'anno 1522 il crollo dell'architrave della porta principale aveva danneggiato in maniera irreparabile i due affreschi situati sulla parete d'ingresso, opera di Domenico Ghirlandaio e di Luca Signorelli, che nella seconda metà del Cinquecento furono sostituiti da delle riproduzioni di Hendrik van den Broeck e, appunto, Matteo da Lecce, per volere di papa Gregorio XIII Boncompagni.

Questi interventi sono sicuramente gli interventi pittorici più deboli dell'intera cappella, tuttavia non era semplice il compito affidato al giovane artista, ossia quello di restituire la bellezza originaria alla Disputa sul corpo di Mosè del Signorelli, uno degli indiscussi protagonisti dell'arte rinascimentale, e per di più di confrontarsi direttamente con tutti gli altri maestri umbri e toscani del Quattrocento, vale a dire Pietro Perugino, Sandro Botticelli e Cosimo Rosselli, sino ad arrivare nel Cinquecento al genio del Buonarroti.

Lasciata Roma nel 1576, passò per Napoli e il Sud Italia salpando poi per Malta, dove rimase sino al 1580 circa. Decise in seguito di recarsi a Siviglia, lavorando nella cattedrale, ed infine a Lima, in Perù, dove trovò la morte nel 1628.