Lisia

Tra il V e il IV secolo a.C., durante la cosiddetta "età classica", in cui vi furono il massimo splendore della pòlis, la città - Stato, e la grande stagione teatrale con drammaturghi quali Eschilo, Sofocle, Euripide e Aristofane, nacque l'oratoria politica e giudiziaria, presto resa illustre da Lisia e poi da Isocrate, Demostene ed Eschine.
Oltre alla ricca esperienza teatrale, l'età classica conobbe un notevole sviluppo della produzione in prosa che si affermò grazie a quattro generi: la storiografia, la filosofia, la prosa scientifica e l'oratoria.
L'oratoria e la retorica, vale a dire l'arte del parlare e del saper persuadere per mezzo della parola, rappresentarono la vera novità dell'età classica, legata alle forme e alle situazioni della vita democratica. Se la nascita di questo genere avvenne in Sicilia, è infatti nell'Atene democratica che l'oratoria raggiunse il suo punto più alto.
La stessa storiografia di Tucidide, probabilmente allievo dell'oratore Antifonte di Ramnunte, fu sempre attenta alla dimensione retorica in quanto nella pòlis divenne presto fondamentale nella quotidianità e nell'educazione.

Durante l'età arcaica si possono rintracciare i primi esempi di retorica, come nel poema Le opere e i giorni di Esiodo, che prende spunto dalla lite con suo fratello per la spartizione di un'eredità concentrandosi sull'ambiente giudiziario e dei tribunali e sui temi dell'onestà e della corruzione. Già in quell'epoca era ben visibile dunque il ruolo dell'arte della parola di fronte a un organismo che deve deliberare una sentenza.

Andò poi man mano affermandosi una vera e propria educazione al parlare in pubblico, al fine di ottenere un effetto desiderato grazie alla parola, trasmessa dai maestri con precise tecniche; l'oratoria non era infatti il frutto dell'improvvisazione o delle capacità dell'oratore.

Lisia visse tra il 450 e il 380, figlio di un siracusano trasferitosi ad Atene. Lo stesso percorso si può dire che lo fece l'oratoria, le cui origini si trovano nella Sicilia libera dalle tirannidi, per poi arrivare al suo splendore nella città di Atene.
Numerose sono le fonti che tramandano notizie sulla vita di Lisia, come l'orazione Contro Eratostene. Durante la propria formazione ricevette un'educazione all'altezza delle famiglie più in vista e, secondo Platone, appartenne alla cerchia di Socrate.
A livello politico era un convinto democratico e questo, negli anni 404 - 403, fu la causa di momenti tra i più drammatici della sua esistenza per lui e la sua famiglia, perseguitati dal governo oligarchico dei Trenta tiranni instauratosi ad Atene a seguito della sconfitta della città contro Sparta nella guerra del Peloponneso. Lisia perse ogni bene sino a quando venne ripristinata la democrazia. Date le difficili condizioni economiche in cui si trovava non gli restò che sfruttare la propria abilità di oratore, scrivendo anche discorsi giudiziari dietro compenso.
Tra le orazioni superstiti si può datare con certezza al 403 quella Contro Eratostene, la più celebre, considerata il suo capolavoro. Essa fu pronunciata in tribunale dallo stesso autore contro uno dei Trenta tiranni, Eratostene, responsabile della morte del fratello di Lisia, Polemarco. Questa orazione, sicuramente la più tesa e drammatica, ricostruisce i momenti più dolorosi del governo dei Trenta e della vita dell'oratore, che tuttavia riuscì a controllare i propri sentimenti.