Eschine

La personalità di Eschine ha sempre sofferto del fatto che la tradizione ha conservato solo tre orazioni della sua opera, tutte legate a occasioni di scontro con Demostene, il suo principale rivale. Tuttavia egli fu uno dei più influenti oratori ateniesi del IV secolo a.C. e da giovane fu anche attore, come spesso ricorda sarcasticamente Demostene, componendo probabilmente anche opere poetiche di tema amoroso.
Nonostante non abbia ricoperto incarichi politici di una certa importanza, Eschine partecipò nel 346 con lo stesso Demostene all'ambasceria presso Filippo II di Macedonia per trattare la pace, ma in seguito i due oratori presero due strade opposte. Eschine era infatti un esponente del partito filomacedone, di posizione moderata, favorevole a un accordo tra Atene e FIlippo, la cui politica espansionistica minacciava lo scontro bellico. Demostene sosteneva invece la difesa e l'autonomia della pòlis, componendo contro Filippo le celebri Filippiche e accusando l'oratore rivale di corruzione. Alla fine prevalse però la fazione di Eschine.

Per la critica antica, oltre alle divergenze ideologico - politiche tra Eschine e Demostene, era importante l'analisi delle differenze stilistiche della loro prosa e del loro modo di parlare in pubblico. Entrambi pubblicavano personalmente i propri discorsi e ne facevano strumento di propaganda, rivelando una grande cura stilistica e compositiva. Nelle sue orazioni Eschine cede raramente all'enfasi retorica mantenendo la consueta sobrietà e chiarezza, stile vicino a quello di Lisia, facendo sì che il suo discorso non fosse una semplice invettiva, ma il risultato di una dettagliata ricostruzione dei fatti e della loro precisa presentazione attraverso la semplicità lessicale; Demostene si caratterizzò invece per i toni aggressivi e scomposti e per una gestualità con la quale cercava di trascinare dalla propria parte il popolo divenendone il portavoce.

A seguito di un esilio volontario in Asia Minore e poi a Rodi, dove probabilmente aprì una scuola di retorica, Eschine morì intorno all'anno 315.