Alessandro Allori

Nato nel 1535, Alessandro Allori è stato un pittore fiorentino allievo del Bronzino, esponente del Manierismo.
Alla morte dell'amato maestro ne recitò l'orazione funebre affermando: "Non muor chi vive come il Bronzin visse". Decise così, nel suo esempio, di tramandarne gli insegnamenti sino agli inizi del Seicento. Bronzino aveva instaurato con lui un prolifico rapporto simile a quello che lo aveva a sua volta legato al Pontormo. Di questo legame scrive nelle Vite il critico aretino Giorgio Vasari"Molti sono stati i creati e' discepoli del Bronzino. Ma il primo è Alessandro Allori, il quale è stato amato sempre dal suo maestro, non come discepolo, ma come proprio figliuolo, e sono vivuti e vivono insieme con quello stesso amore fra l'uno e l'altro che è fra buon padre e figliuolo".
Nella cappella di San Luca o dei Pittori della basilica della Santissima Annunziata a Firenze, dove riposa il Pontormo, si può osservare un affresco raffigurante la Trinità nel quale l'Allori pone alle due estremità inferiori i ritratti dei suoi maestri, vale a dire il Bronzino, a destra, e Pontormo, a sinistra.

Nell'anno 1554 si recò a Roma per studiare le straordinarie novità dell'arte di Michelangelo Buonarroti, che in quell'anno diede avvio ai lavori di costruzione della cupola della basilica di San Pietro, e di Raffaello Sanzio. Dieci anni più tardi l'Allori, che forse conobbe personalmente il Buonarroti, parteciperà all'allestimento per le sue onoranze funebri.

Più avanti prese parte insieme ad un gruppo di artisti guidati dal Vasari alla decorazione dello Studiolo di Francesco I, capolavoro del manierismo fiorentino. Il luogo intimo e privato, che custodisce, tra le altre, pitture di Santi di Tito e piccole sculture come un Apollo del Giambologna, si trova a Palazzo Vecchio vicino al Salone dei Cinquecento.
Francesco de' Medici, che qui vediamo ritratto da piccolo in un'opera del Bronzino, era figlio di Cosimo I e Eleonora di Toledo, regnante su Firenze a partire dal 1574 sino alla morte, avvenuta per cause misteriose, si dice avvelenamento, nel 1587. Il ritratto, caratterizzato dallo sguardo intelligente e malinconico, sembra presagire questo triste destino.

Innamorato delle arti, nel 1581, durante il suo regno, inaugurò la Galleria degli Uffizi, uno dei musei più prestigiosi di tutto il mondo il cui progetto fu concepito dal Vasari. Proprio qui, insieme a tutti i ritratti dinastici ufficiali opera del Bronzino, si trova un dipinto dell'Allori, attribuito da alcuni studiosi anche a Santi di Tito, che ritrae Francesco nel pieno della sua giovinezza.

L'Allori fu l'artista ufficiale del granduca, tanto che nel 1592 venne nominato architetto dell'Opera del Duomo.
Si spense nella sua città nel settembre del 1607.