Vincenzo Tamagni

Nato il 10 aprile dell'anno 1492 a San Gimignano, in provincia di Siena, Vincenzo Tamagni fu apprendista del Sodoma, ricevendo una determinante influenza anche dal pittore e architetto senese Baldassarre Peruzzi.
A Roma poté entrare a far parte della prestigiosa bottega di Raffaello Sanzio, lavorando insieme a Giovanni da Udine, Giulio Romano, Giovan Francesco Penni, Perin del Vaga e altri professionisti alle Logge Vaticane, guadagnandosi presto la stima di ciascuno, scrive Giorgio Vasari nelle Vite.
Continua il critico aretino: "Aveva Vincenzio la sua maniera diligentissima, morbida nel colorito e le figure sue erano molto grate nell'aspetto, et insomma egli si sforzò sempre d’imitare la maniera di Raffaello da Urbino".

Lavorò anche alla splendida villa sul Tevere del banchiere Agostino Chigi, la Farnesina, luogo che unì i suoi principali maestri, vale a dire Raffaello, il Peruzzi, ma anche il Sodoma. Il Tamagni si occupò probabilmente dei disegni preparatori per la Sala del Fregio.

Intorno al 1516 realizzò, con la collaborazione di Giovanni da Spoleto, un ciclo di affreschi con le Storie della Vergine per la chiesa di Santa Maria Assunta ad Arrone, nella provincia di Terni. L'immagine mostra chiaramente la ripresa dello stile raffaellesco.

A seguito della morte del maestro e sette anni dopo del Sacco di Roma fu costretto a lasciare la città, dove si era guadagnato una discreta fama anche per l'opera, interamente perduta, di decorazione di diversi palazzi. Una volta tornato in patria perse la passione per l'arte, vivendo, scrive il Vasari, "sempre poco lieto, dopo la sua partita di Roma". Si spense giovanissimo nel 1530 all'età di soli trentotto anni.


Scritto in occasione dei cinquecento anni dalla morte di Raffaello (1520-2020).