Vincenzo Bellini

Nato a Catania nel 1801, fu uno dei più grandi musicisti della prima metà dell'Ottocento, il primo romantico italiano.

La sua musica esprime un legame tra il Classicismo e il Romanticismo. Classicista fu infatti la sua formazione, a Napoli, dove studiò autori come Haydn e Mozart, romantico è invece quello che esprime nelle sue opere; le passioni umane più intime e l'anima dei personaggi. Pura nella melodia e nel canto, la musica belliniana è libera dagli schemi e dalle tematiche drammatiche proprie della tradizione operistica, per questo venne apprezzata da grandi autori quali Franz Liszt e Fryderyk Chopin.

Un tema fondamentale nelle sue opere è la passione amorosa posta in contrasto con l'ordine sociale: perché si ama un nemico, come in I Capuleti e Montecchi del 1830, si è oggetto di intrighi per il potere, nella Beatrice di Tenda del 1833, oppure non si è corrisposti, come nella Norma del 1831. Da questo conflitto scaturiscono le vicende dell'opera che spesso spingono i personaggi a situazioni estreme, sino al suicidio o la pazzia, tematiche centrali anche nella produzione del contemporaneo Gaetano Donizetti. L'attenzione del compositore catanese, in particolare nella Norma, è rivolta alla psicologia dei personaggi, la cui componente amorosa si affianca ad una sensibilità per il mondo naturale in cui essa si esprime, come si nota nel celeberrimo notturno dell'aria Casta Diva, vertice lirico operistico.

Nella sua breve carriera Bellini raggiunse un grande successo quando gli venne commissionata un'opera al Teatro alla Scala di Milano. Partendo da Napoli dovette però lasciarsi alle spalle l'amore per Maddalena Fumaroli, una ragazza che non poté sposare per volontà del padre di lei, contrario al matrimonio con un musicista.

Alla Scala le opere Il Pirata e La Straniera, su libretti di Felice Romani, ottennero giudizi positivi dalla critica, che vedeva in lui l'unico operista in grado di contrapporre a Rossini - al tempo dominante sulla scena - uno stile personale. Più avanti realizzò anche un altro capolavoro, La sonnambula, datato 1831 e andato in scena al Teatro Carcano.

Determinante fu il soggiorno a Parigi dove arricchì e migliorò il suo linguaggio musicale arrivando a comporre uno dei suoi lavori principali, I Puritani, e dimostrandosi pronto per realizzare un'opera in francese per il Teatro dell'Opéra di Parigi. La sua vita fu però stroncata troppo presto, nel 1835, da un'infezione intestinale.

Nella capitale francese poté conoscere l'immenso pianista Fryderyk Chopin con cui non ebbe una vera e propria amicizia, ma sicuramente una reciproca stima. Chopin, che apprezzava molto il canto italiano, venne colpito dalla musica così profonda di Bellini, in cui probabilmente trovava un rifugio per la sua dolce anima. Un'estrema sensibilità come quella del francese non poteva infatti rimanere estranea alla preghiera alla luna di Casta Diva, lavorando ad uno studio pianistico proprio su quel tema.
Chopin chiese addirittura che il suo corpo fosse sepolto vicino a quello di quel compositore italiano scomparso così precocemente. Anche Chopin morì giovane, a soli 39 anni e ancora oggi riposa nel cimitero di Père-Lachaise, dove a pochi passi vi era sepolto Bellini, più avanti spostato nella sua città natale, nel Duomo di Catania. Il cuore di Chopin venne invece portato nell'amata Varsavia.