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Durante la Prima guerra mondiale, la Russia è il paese che registra il più alto numero di perdite e la sua economia entra in seria difficoltà, con un aumento vertiginoso dei beni alimentari. Scoppia allora una rivoluzione che può essere divisa in due fasi.
Il 25 novembre del 1917, nonostante il colpo di stato rivoluzionario, si procede ugualmente alle elezioni per l'Assemblea Costituente. I bolscevichi mostrano però di essere in difficoltà, in quanto i veri vincitori sono i social-rivoluzionari moderati. Tuttavia, forti del sostegno dell'esercito, i bolscevichi decidono di sciogliere con la forza l'Assemblea Costituente. La fine della democrazia parlamentare pone le basi per la costruzione di un regime politico dittatoriale a partito unico.
È il Partito comunista, che nel 1924, alla morte di Lenin, vede la vittoria di Stalin su Trotskij per la successione.
In ambito artistico il regime impone il canone estetico del realismo socialista, il rifiuto dunque di qualsiasi tendenza legata al modernismo e di opere non finalizzate a celebrare con ottimismo il futuro.
Negli anni Venti il cinema sovietico conosce una fase di intenso sviluppo, inserito in un'industria cinematografica nazionalizzata nel 1919 e da contestualizzare nel più vasto orizzonte dell'Ottobre delle arti, definizione tratta dalla Rivoluzione che annuncia un cambiamento radicale nella concezione tanto dell'opera d'arte quanto del ruolo dell'artista.
Il cinema russo d'avanguardia prese sicuramente ispirazione dal cinema futurista italiano, e dunque dal movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti. Uno degli indiscussi maestri sovietici di questo periodo fu certamente Sergej Ejzenštejn, celebre per le sue pellicole di contenuto politico.
L'inverno con la mia generazione
le donne curve sui telai vicine alle finestre.
Un giorno sulla prospettiva Nevski
per caso vi incontrai Igor Stravinskij.
E gli orinali messi sotto i letti per la notte
e un film di Ejzenštein sulla Rivoluzione...
Franco Battiato
Il regista pose l'attenzione agli operai e al proletariato, in un cinema fatto di situazioni collettive e non individuali, nel quale prende forma la coscienza rivoluzionaria attraverso messaggi molto forti. L'esempio principale è la trilogia composta da Sciopero, La corazzata Potëmkin e Ottobre.
Nel finale di Sciopero vengono infatti alternate inquadrature di un massacro compiuto dalla polizia zarista sui lavoratori in sciopero con quelle di una carneficina di cui sono vittime alcuni animali all'interno di un macello. Ancor più celebre, La corazzata Potëmkin si impose invece, grazie al rigore stilistico e alla notevole forza drammatica, come vero e proprio emblema della Russia rivoluzionaria. La pellicola illustra un episodio accaduto nel quadro della mancata rivoluzione del 1905, vale a dire l'ammutinamento della corazzata russa Potëmkin, il cui equipaggio si ribellò agli ordini impartiti dagli ufficiali zaristi. Negli occhi degli spettatori rimase impressa la sequenza della scalinata Odessa, oggi in Ucraina, nella quale i marinai solidarizzarono con la popolazione attaccata dai fucilieri dell'esercito. Ejzenštejn decise di mostrare diverse azioni dal medesimo punto di vista, sviluppando in questo modo molteplici visioni, coordinando punti di ripresa differenti e armonizzandoli con dettagli di potente impatto scenografico, con gesti carichi di drammaticità, come la morte di una madre, inquadrata volutamente due volte, e nel finale il rotolare dalla scalinata di una carrozzina con dentro un neonato.
A livello musicale la colonna sonora originale fu andata perduta, mentre in seguito vennero utilizzate alcune sinfonie del compositore Dmitrij Šostakovič.
Di qualche anno più tardi, Ottobre venne infine realizzato in occasione del decimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, ripercorrendo il periodo di crisi del governo provvisorio a cui conseguì l'attacco al Palazzo d'Inverno e il successo dei bolscevichi seguaci di Lenin.
Da ricordare è anche il film Aleksandr Nevskij, datato 1938, nel quale il regista collaborò con il musicista Sergej Prokof'ev per la colonna sonora, lavoro che all'alba della Seconda guerra mondiale si schierava chiaramente contro la Germania nazista.
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