L'uomo che non c'era

Quando si fa riferimento al genere cinematografico del noir si intende quel prodotto, tipicamente statunitense, che si diffuse negli anni Quaranta del secolo scorso e che ha come caratteristiche una trama investigativa oscura e misteriosa, solitamente con la presenza di un detective privato impegnato a risolvere un crimine.
Nel caso del film L'uomo che non c'era dei fratelli Joel e Ethan Coen, uscito nel 2001, si parla di post-noir o di neo-noir, essendo una pellicola ambientata nel 1949 che discende dal noir per trama e stile cinematografico, come l'uso del bianco e nero, ma che accentua certe caratteristiche e tematiche che dominano nel noir e aggiunge elementi visivi, grazie a moderne tecnologie, non utilizzati nei film datati fra gli anni Quaranta e la fine degli anni Cinquanta. Alcuni esempi di questo sottogenere sono Fino all'ultimo respiro di Jean-Luc Godard con Jean-Paul Belmondo, Taxi Driver di Martin Scorsese con Robert De Niro, infine gran parte dei capolavori di David Lynch, in particolare Blue VelvetMulholland Drive, quest'ultimo uscito nelle sale proprio nell'anno del film dei fratelli Coen.
Protagonista de L'uomo che non c'era è Billy Bob Tornton, magistrale interprete della vicenda di Ed Crane, il quale narra la vicenda in prima persona come tipico del noir, un uomo di Santa Rosa introverso e taciturno, che conduce una vita monotona e noiosa, preda dei quotidiani eventi dell'esistere.
Di professione barbiere, egli si è trovato per caso a fare questo mestiere e non si è mai sentito tale, in quanto non è stata una sua scelta, ma probabilmente quella della moglie, essendo Frank, il capo barbiere proprietario della bottega, il cognato del signor Crane. Quello che emerge dal profilo del protagonista, fumatore accanito quasi alienato nel ripetere i consueti gesti della propria professione, appare molto simile all'immagine degli inetti, personaggi ricorrenti nei romanzi di Italo Svevo, caratterizzati dall'incapacità di vivere e di compiere qualsiasi scelta, come rassegnati alla realtà che li circonda e privi di qualsiasi amico vero, se non un rivale, sposati solamente per convenienza e mai per amore. Crane ha infatti una moglie, Doris, di cui sospetta il tradimento con un comune amico soprannominato "Big Dave", direttore dell'emporio nel quale la donna lavora come contabile. Per la sua inettitudine, quasi con indifferenza, Crane non dice nulla, facendo finta di non sapere per quieto vivere.
La figura evanescente del barbiere è una delle fondamentali differenze che il film presenta rispetto allo stile del noir. Se in Crane il dramma personale è descritto quasi con una certa ironia, nei noir il detective è invece un uomo che, pur essendo inquieto, di poche parole e non esente da profondi misteri riguardo al proprio passato, ci affascina e diviene un modello di riferimento a cui ispirarsi, si pensi ad Humphrey Bogart in pellicole come Il mistero del falco o Il grande sonno.
Un giorno, a fine lavoro, l'ingresso in negozio di un curioso imprenditore, Craighton Tolliver, rapisce l'attenzione del protagonista con la sua proposta di diventare socio in affari in un settore innovativo per l'epoca, quello del lavaggio a secco, per il quale Crane si mostra incuriosito ritenendola un'occasione, una possibilità di riscatto nella sua mediocre esistenza. La proposta si rivelerà invece la più classica delle truffe ad opera di un bizzarro furfante che sparirà improvvisamente. Crane, ingenuamente, non sembra quasi sospettare nulla.
Intanto l'unica autentica gioia, o quantomeno un momento di sollievo nella triste vita di Crane, risulta essere l'ascoltare Birdy, una giovanissima pianista dal modesto talento.
Al fine di ottenere i soldi che gli occorrono per firmare l'accordo con Tolliver, Crane decide di ricattare Dave con un'anonima lettera intimidatoria accusandolo di adulterio. Dave paga la somma richiesta chiedendo a Doris di falsificare i libri contabili, ma cade presto in rovina, colpito nella reputazione e nel lavoro in quanto sua moglie è l'unica proprietaria del magazzino. Confessando l'accaduto a Crane, Dave dichiara di essere sicuro che il ricattatore sia Tolliver, che il giorno prima aveva cercato di persuaderlo con la medesima proposta fatta a Crane. Quando Dave trova Tolliver lo uccide, venendo così a conoscenza del piano di Crane, il quale viene chiamato da Dave per un incontro al magazzino. Dave aggredisce il protagonista, che per difendersi lo uccide con un tagliacarte, arma su cui il regista aveva già posto l'attenzione di camera nel precedente incontro fra i due uomini, quando Dave, turbato, aveva svelato tutto quello che gli era accaduto all'amico, dividendo con lui un sigaro.

Tornato come ogni giorno al lavoro, Crane viene avvisato da due agenti di polizia che sua moglie è stata arrestata per l'omicidio di Dave, non avendo un alibi per la sera del delitto ed essendo associata a Dave nella falsificazione dei conti del negozio. Crane si informa sull'avvocato che segua la causa, sentendo parlare del famoso Freddy Riedenschneider, di cui suo cognato Frank si dichiara disposto a pagare le spese ipotecando il negozio dove lavorano. L'avvocato è una figura completamente agli antipodi rispetto alla personalità di Crane, esuberante e loquace nei modi e capace di persuadere chi lo ascolta. Crane prova a confessargli di essere il colpevole, ma questi sembra non ascoltarlo, come se un uomo qualunque come lui non potesse arrivare a tanto, anzi crede che il suo sia un modo per difendere la moglie.
Cominciano una serie di sedute in tribunale e sebbene la causa si vada indirizzando verso un esito favorevole, Doris si toglie inaspettatamente la vita, notizia a cui sia l'avvocato che il marito reagiscono con la più assoluta incredulità. Si viene poi a scoprire che era incinta di Dave. Frank, a causa del lutto, sprofonda in una disperazione che cerca di lenire con l'alcolismo. Crane è ancora più solo, nella vita come nel lavoro, cercando di mantenere il negozio. A casa si sente come un fantasma, di cui nessuno appare interessarsi. Una sera bussa alla sua porta la vedova di Dave, visibilmente scossa, che comincia uno strano discorso nel quale sostiene che la relazione con il marito sia cominciata a raffreddarsi dopo che insieme avevano visto nel cielo un oggetto non identificato, probabilmente un disco volante.
Crane cerca intanto di sentirsi vivo e di cambiare la sua vita interessandosi a Birdy, sognando di diventarne il manager in futuro, essendo stato il primo ad accorgersi del suo spiccato talento. Decide così di accompagnarla a San Francisco per un'audizione, tuttavia quello a cui sta andando incontro il protagonista è un altro fallimento, un vano tentativo di riversare il proprio appagamento nella vita di un altro, in questo caso la giovane Birdy, che non ha alcuna ambizione di diventare pianista, ma più semplicemente di studiare veterinaria. Un noto maestro di piano francese sostiene infatti che Birdy sia brava nel suonare, ma che non disponga di alcun naturale talento, né di quella passione o quella scintilla che caratterizzano il genio. Crane giudica l'uomo un ciarlatano e torna a casa con Birdy. Sulla via del ritorno, in macchina, la ragazza tenta di ripagare l'affetto del protagonista e l'attenzione nei suoi riguardi con un approccio sessuale a cui Crane si ribella, perdendo il controllo del veicolo.
Risvegliatosi in ospedale, il barbiere viene accusato di un omicidio, ma non quello di Dave e nemmeno di Birdy, che è riuscita a salvarsi. L'accusa che gli rivolgono è di aver ucciso Tolliver, con la motivazione della truffa subita, di cui sono state ritrovate le carte firmate. Inoltre avrebbe costretto la moglie al furto dei soldi e alla falsificazione dei conti del magazzino.
Crane non può permettersi la difesa da parte del costoso Riedenschneider, se non mettendo un'ipoteca sulla casa, ma l'avvocato decide di andare incontro all'uomo dato che il caso della moglie si era risolto velocemente senza molto lavoro. Al processo, durante la sua arringa, evidenzia la mediocre condizione del barbiere, un uomo qualunque che esercita un'umile professione e che non potrebbe mai aver compiuto tutto ciò per cui lo accusano. L'avvocato sembra riuscire a convincere la corte riunita per deliberare, ma un'irruzione di Frank, che si scaglia contro Crane, porta all'annullamento della seduta e ad un nuovo processo. Il protagonista non può più sostenere le spese di Riedenschneider, così viene assegnato ad un avvocato difensore che si affida alla clemenza del giudice senza riuscire ad impedire la condanna capitale del suo assistito alla sedia elettrica.
Nella scena finale Crane si trova in carcere, rassegnato al proprio destino, mentre scrive le sue memorie, che usciranno su una rivista per uomini. Da qui viene sviluppato l'intero flashback, altro elemento caratteristico del noir, così come la narrazione in prima persona che nel caso di quest'opera assume quasi la forma di una autoriflessione, alquanto digressiva, in cui emerge un certo fatalismo da parte del protagonista, il quale sembra volersi difendere dalle avversità del destino, caratteristica che avvicina la pellicola a Detour, noir a basso costo datato 1945.
Durante la notte che precede l'esecuzione, in una scena onirica, Crane vede il cortile del carcere illuminato a giorno da un UFO che sta passando nel cielo, una sequenza che non ha alcuna apparente pertinenza con il resto della trama se non il bizzarro monologo della moglie di Dave. Senza chiedersi il significato di quella visione, uno dei tanti misteri della propria vita, Crane accetta la morte con fermezza, rassegnato ad un destino più grande, sperando di poter rivedere la moglie in un altrove nel quale poterle dire "tutte quelle cose che qui non hanno parole".
Il sogno di un luogo incontaminato e privo di ogni bassezza insita nella condizione umana è accompagnato dal leitmotiv, ricorrente per l'intera pellicola e testimonianza della cultura dei fratelli Coen, della Patetica di Beethoven, che Birdy era solita eseguire quando Crane si recava a casa sua in cerca di un po' di pace.

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