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DI MARCO CATANIA

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Alfonso XIII

Un Re prima della Repubblica e della Guerra civile

Essere i discendenti e i rappresentanti di una delle casate regnanti più antiche d'Europa non fu mai un compito semplice per alcun sovrano, così come ancora più arduo fu la sopravvivenza delle monarchie nel passaggio tra Ottocento e Novecento, nel tentativo di conciliare forme di governo e rituali antichissimi con la modernità, in uno dei periodi maggiormente difficili a livello politico e storico, segnato inevitabilmente da due tragici conflitti mondiali e dai consensi per le politiche totalitarie e nazionalistiche, spesso confuse dai regnanti come regimi di difesa per la loro sopravvivenza e per ristabilire l'ordine in paesi sconvolti da disordini e ribellioni sociali.
Furono queste le drammatiche conseguenze della caduta di monarchie secolari come quella dei Savoia in Italia o quella spagnola dei Borbone, sotto il regno di Alfonso XIII, una figura poco approfondita ma decisiva per comprendere il travagliato contesto europeo in una fase travagliata e di radicali mutamenti.
Nato a Madrid nel 1886 poco dopo la morte di suo padre, Alfonso XII, fu proclamato re di Spagna alla nascita, tuttavia fu la madre Maria Cristina d'Asburgo-Lorena ad esercitare le funzioni di reggente sino a quando Alfonso divenne maggiorenne e poté prestare giuramento nel 1902.
Ricevuta una severa educazione militare, sviluppò sentimenti nazionalisti in un'epoca segnata profondamente dai movimenti repubblicani e dalle insurrezioni anarchiche, basti pensare al regicidio di Umberto I che aveva aperto con toni nefasti il nuovo secolo. Lo stesso Alfonso uscì illeso da un attentato subito il giorno delle nozze con Vittoria Eugenia di Battenberg, nipote del sovrano d'Inghilterra Edoardo VII. Moderno e patriota, sovrano giovane, elegante nel portamento e al passo coi tempi, ma anche considerato frivolo e dalla vita libertina, Alfonso seppe comunque rafforzare il legame tra la propria nazione e la corona, imponendosi come un monarca alquanto popolare, sebbene rassegnato al sistema parlamentare spagnolo e alla confusione politica del suo tempo.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale la Spagna, per volere del suo re, rimase in una posizione di neutralità - come aveva optato inizialmente l'Italia di Vittorio Emanuele III - confermando tale decisione nel corso degli anni di scontro sia per le posizioni contrastanti dell'opinione pubblica che per le relazioni di parentela della corona Borbone con tutte le altre d'Europa.
La Spagna ebbe modo così di proseguire quel graduale processo di industrializzazione cominciato a inizio Novecento, mentre la monarchia promosse la cultura e in particolare il turismo che caratterizza ancora oggi il paese. Non si potevano però ignorare le precarie condizioni dei lavoratori e delle classi popolari, in particolare quelle dei contadini, portando ad un consolidarsi delle forze nazionaliste che spingevano per rovesciare lo stato liberale. Seguendo l'esempio di Benito Mussolini in Italia - che nel 1922 aveva preso il potere con la celebre Marcia su Roma - nel 1923 il generale Miguel Primo de Rivera realizzò un colpo di stato e, appoggiato dal sovrano, prese il potere.
Evidente è l'analogia con quanto accaduto in Italia, dove lo stesso Alfonso si recò a fine 1923, quasi in una simbolica alleanza tra due monarchie ormai rassegnate a governi forti e dittatoriali. Non è un caso se, narrano le cronache, Alfonso avrebbe presentato il Primo ministro Miguel Primo de Rivera a Vittorio Emanuele III come "il mio Mussolini". Il sovrano spagnolo si recò inoltre in visita all'allora pontefice Pio XI, sottolineando la devozione alla dottrina cattolica della corona. L'anno seguente Vittorio Emanuele ricambiò la visita in Spagna, ricevendo un'accoglienza non altrettanto calorosa in quanto il paese - profondamente cattolico - non dimenticava che i Savoia, negli anni risorgimentali, avevano spodestato il pontefice privandolo del potere temporale.
Nemmeno il ricorso ad un governo forte riuscì a placare le tensioni sociali che dilaniavano la Spagna, tra rivolte e scioperi fomentate anche dalla Grande depressione del 1929 che si verificò in concomitanza con una cattiva annata agricola. In un clima di diffusa insoddisfazione nei confronti del regime, Primo de Rivera perse il sostegno dell'esercito e del sovrano, così nel 1930 il Primo ministro dovette lasciare il paese. Anche il prestigio della monarchia uscì notevolmente indebolito da questo cambio al vertice del governo, in quanto la corona era ormai inevitabilmente legata alla dittatura, proprio come nell'opinione popolare italiana.
Fu nel 1931 che la Spagna, forte della vittoria dei partiti repubblicani e democratici alle elezioni, decise per l'abolizione della monarchia e l'instaurazione della repubblica, la seconda della sua storia dopo quella degli anni 1873-1874 a seguito dell'abdicazione di Amedeo I. Alfonso, senza abdicare ufficialmente, commentò con sarcasmo e amarezza: «Il popolo di Spagna non mi vuole più, sono fuori moda». Costretto all'esilio, decise di recarsi a Roma, a testimonianza della cordiale amicizia con il nostro paese. Non tornerà mai più in patria, in un destino che lo lega malinconicamente a quello dell'ultimo re d'Italia Umberto II di Savoia.
La vittoria repubblicana in Spagna si rivelò tuttavia effimera e di breve durata, soprattutto per la vittoria dei partiti di destra, nel 1933, forti dell'appoggio dell'esercito e della Chiesa.
In modo simile a quanto accaduto in Italia nel corso del Biennio rosso, l'ondata di disordini che dilaniarono il paese in questo contesto di precario equilibrio politico portò nel 1934 le legioni del generale Francisco Franco, a capo delle truppe coloniali di stanza in Marocco, a placare gli animi dei rivoltosi, ricorrendo alla forza per ripristinare l'ordine.
Le nuove elezioni, nonostante le forze crescenti della destra schierate nel Blocco nazionale, portarono ad una maggioranza, sebbene di pochi voti, dei partiti di sinistra, riuniti in una grande coalizione nota come Fronte popolare. A questo punto si verificò un'insurrezione che portò allo scoppio della Guerra civile spagnola, un episodio meno noto della storia contemporanea ma che risulta essere un conflitto internazionale decisivo per le sorti dell'Europa alle soglie della Seconda guerra mondiale, basti dire che fu la prima guerra alla quale parteciparono insieme Germania e Italia, unite dal recente Asse Roma-Berlino, con Hitler e Mussolini impegnati nell'inviare truppe in sostegno di Franco - protagonista della rivolta dei partiti di destra - mentre l'Unione Sovietica sostenne il Fronte popolare.
In questo tragico scenario di una sanguinosa guerra destinata a dilaniare il paese, Alfonso affermava, dall'esilio: «Molto più in alto dell'idea astratta di Repubblica o di Monarchia c'è la Spagna», ricordando il valore della pace interna al di sopra di ogni ideale politico, anche dell'istituzione monarchica stessa.
Ormai però i contrasti tra i nazionalisti franchisti e il Fronte repubblicano, diviso da profondi conflitti interni, era netto e si estendeva, come detto, in una situazione internazionale alquanto tesa e contrapposta anch'essa in due fazioni: l'alleanza tra Regno Unito e Francia - che scelsero di non intervenire nella questione spagnola - con la Russia, mentre dall'altra parte i regimi totalitari del fuhrer tedesco e del duce d'Italia.
Alfonso si mostrò a favore delle forze di destra che confluirono nella Falange nazionalista a sostegno del Caudillo Franco, affiancato anche dalla Chiesa spagnola, ma il dittatore dichiarò che i nazionalisti non avrebbero accettato il re Borbone come loro legittimo sovrano.
La guerra civile causò un numero elevatissimo di vittime ed episodi destinati a rimanere tragicamente nella memoria nazionale, come il celebre bombardamento della città basca di Guernica, completamente rasa al suolo dall'aviazione tedesca, reso eterno nell'omonimo dipinto di Pablo Picasso. Il conflitto si indirizzò a favore dei franchisti quando nel 1939 un'offensiva militare conquistò Barcellona prima e poi Madrid, le principali città della nazione nonché le roccaforti della repubblica. Alla fine del conflitto il generalissimo Franco formò il nuovo governo aderendo all'alleanza che si era intanto costituita tra l'Italia fascista, la Germania nazista ed il Giappone dittatoriale, preludio ad un drammatico secondo sconvolgimento mondiale a cui la Spagna non parteciperà a causa delle difficili condizioni del paese a seguito della guerra civile.
Fu proprio nel pieno della guerra, nel 1941 che re Alfonso venne a mancare improvvisamente all'età di soli cinquantaquattro anni. I funerali si tennero a Roma, alla presenza di Vittorio Emanuele III, in un clima ormai al tramonto per quelle monarchie che per secoli avevano regnato sulle loro nazioni.

Bibliografia

  • I Borboni e la Corona di Spagna - Theo Aronson - Mursia
  • Franco - Gianni Rizzoni (a cura di) - Mondadori
  • Vittorio Emanuele III - Frédéric Le Moal - BUS
  • Il senso del tempo. Volume 3 - Alberto Mario Banti - Editori Laterza
  • Storia contemporanea. Dalla Grande Guerra a oggi - Giovanni Sabbatucci; Vittorio Vidotto - Editori Laterza

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