La badessa e le brache del prete

Levasi una badessa in fretta e al buio per trovare una sua monaca, a lei accusata, col suo amante nel letto; ed essendo con lei un prete, credendosi il saltero de' veli aver posto in capo, le brache del prete vi si pose; le quali vedendo l'accusata e fattalane accorgere, fu diliberata, ed ebbe agio di starsi col suo amante.

Nella nona giornata i membri della brigata sono liberi di scegliere il tema che più gli aggrada. Elissa inizia a narrare di coloro che per mezzo dell'ingegno sono riusciti a risolvere situazioni sconvenienti. La seconda novella riprende un tema ricorrente dell'opera, vale a dire l'impossibilità per chi si innamora di reprimere il proprio desiderio. Ciò vale anche per gli ecclesiastici, come già letto durante la terza giornata nel racconto di Masetto da Lamporecchio.

In un noto monastero lombardo una giovane suora di nobili origini e di rara bellezza di nome Isabetta, si innamora perdutamente di un ragazzo che ricambia il sentimento.
I due riescono ad incontrarsi di nascosto, ma una notte vengono scoperti da una monaca che decide insieme alle consorelle di avvisare la badessa.
La superiora, madonna Usimbalda, "buona e santa donna secondo l'oppinion delle donne monache e di chiunque la conoscea", si trova però a sua volta in compagnia di un prete e, nella fretta di ricomporsi al buio per timore di essere sorpresa, si mise per errore sul capo le brache del prete al posto del velo. Le suore intendono far cogliere Isabetta sul fatto alla badessa, così la sollecitano sino a quando ella esce di corsa dalla stanza gridando: "Dove è questa maladetta da Dio?".
Tutte le monache sono così desiderose di smascherare Isabetta, per gelosia, da non accorgersi che la superiora porta in testa un paio di mutande. Una volta entrate nella stanza di Isabetta scoprono i due amanti abbracciati e questi, non sapendo che fare, rimangono immobili.
La badessa comincia allora un duro rimprovero nei confronti della giovane accusandola di aver per sempre disonorato quel monastero, conosciuto per santità e onestà.
Isabetta per vergogna tiene il capo abbassato in segno di penitenza, ma una volta alzato lo sguardo nota la strana cuffia della badessa. Chiede allora con gentilezza di continuare il discorso una volta allacciata la cuffia. La badessa, non capendo, continua a sgridarla duramente, ma l'insistenza di Isabetta nella sua richiesta fa sì che tutte si accorgano delle mutande.
Allora la badessa cambia subito atteggiamento dichiarando come sia impossibile resistere alle tentazioni carnali, così d'ora in avanti ognuna di loro sarebbe potuta stare in compagnia di un uomo. Alla fine, per lo stupore delle altre suore, sia Isabetta che la badessa tornano nelle loro stanze con i rispettivi amanti.