Stesicoro

La tradizione antica considerava Stesicoro, ancor prima di Alcmane, l'inventore della lirica corale. Ciò si capisce anche dal suo nome, Tisia, poi cambiato in Stesicoro per essere stato il primo autore a formare un coro.
Nonostante l'attribuzione a Stesicoro dell'invenzione della poesia corale non sia corretta, si può dire con certezza che egli fu un lirico corale, anche se alcuni lo ritengono un autore epico, esecutore di canti solistici accompagnati dalla cetra, tecnica chiamata citarodica.

Nato intorno al 630 a.C., viaggiò molto in Sicilia e per l'Italia meridionale, per la Grecia, ed in particolare a Sparta. I suoi viaggi furono determinanti per l'intensa attività poetica, strettamente legata a committenze e a pubblici diversi.

I soggetti che prediligeva erano tratti dal repertorio epico - narrativo, per questo, anche per mezzo dei suoi frammenti pervenuti, si è iniziato a parlare di una fusione tra la materia epica e la melica.
La caratteristica distintiva della sua poetica sarebbe allora quella di una lirica epica e narrativa con utilizzo della cetra.
Il contesto delle sue performance erano le feste cittadine locali, dunque nulla toglie che il poeta sia stato sia monodico che corale, adattando le proprie composizioni alla precisa occasione e al pubblico che partecipava.

La sua ricca e varia produzione lascia pensare che al suo tempo fosse ormai forte la richiesta di opere ispirate alla tematica epica e che la forma citarodica godesse di un gradimento considerevole. Eppure il caso di Stesicoro restò sostanzialmente isolato, senza che il genere avesse un seguito e un naturale sviluppo. La causa si può forse rintracciare nella contemporanea nascita della tragedia e della magnifica stagione teatrale.

Stesicoro morì verso il 555 a.C. a Catania, dove le fonti dicono che si trovasse la sua tomba.