Tirteo

Le notizie biografiche che riguardano il poeta elegiaco Tirteo sono più che mai divergenti. Di certo si sa che visse nel VII secolo a.C. soprattutto a Sparta, città per la quale partecipò alle vicende militari combattendo in prima persona.
Secondo una storia abbastanza diffusa sarebbe stato invece un maestro di scuola di Atene inviato a Sparta come stratego. Tirteo sarebbe così diventato spartano solo in un secondo momento adattandosi allo spirito della patria di adozione, tuttavia l'interpretazione più attendibile è quella per cui sarebbe nato a Sparta, sostenendone con passione, anche per mezzo dei suoi scritti, le situazioni che la riguardavano.
Si tratta delle cosiddette elegie parenetiche, ossia di esortazione, divise in due raccolte chiamate Le esortazioni e Canti di guerra. Al centro di esse vi sono la virtù guerriera, l'onor militare e il valore supremo del cittadino, che possono spingere sino alla morte in nome della salvezza della patria.

Per un uomo valoroso è bello cadere morto
combattendo in prima fila per la patria;
abbandonare la propria città e i fertili campi
e vagare mendico, è di tutte la sorte più misera,
con la madre errando e con il vecchio padre,
con i figli piccoli e la moglie.
Sarà odioso alla gente presso cui giunge,
cedendo al bisogno e alla detestata povertà:
disonora la stirpe, smentisce il florido aspetto;
disprezzo e sventura lo seguono.
Se, così, dell'uomo randagio non vi è cura,
né rispetto, neppure in futuro per la sua stirpe,
con coraggio per questa terra combattiamo, e per i figli
andiamo a morire, senza più risparmiare la vita.