Alessandro Manzoni

Alessandro Manzoni, nato a Milano il 7 marzo 1785, è stato scrittore, poeta e drammaturgo, considerato uno dei più grandi romanzieri della nostra letteratura per il capolavoro I promessi sposi.
La sua lunga vita può essere divisa in tre distinti periodi: il periodo dell'infanzia e dell'adolescenza che va dalla nascita al 1804; il periodo francese, dal 1805 al 1810, decisivo per la formazione culturale; il periodo dell'attività letteraria, dal 1812 al 1827, anni in cui concepì le opere più importanti. Successivamente a queste fasi, gli interessi del Manzoni diventarono soprattutto di tipo linguistico e filosofico. L'entusiasmo creativo fu spento anche dai numerosi lutti.
Grazie a Manzoni nacque il romanzo moderno e venne colmato quel divario tra la lingua letteraria e la lingua viva, oltre che quello tra la letteratura e la società, ancora così profondo nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo.
I promessi sposi segnarono inoltre il ritorno della letteratura italiana in Europa dopo una crisi durata più di due secoli. Tutto ciò poté accadere grazie all'unirsi in Manzoni di vari filoni culturali: l'Illuminismo lombardo di Giuseppe Parini e soprattutto di Cesare Beccaria e Pietro Verri; il Romanticismo, movimento artistico, letterario e musicale sviluppatosi in Germania alla fine del XVIII secolo e poi diffuso in tutta Europa nell'Ottocento a partire dal Congresso di Vienna del 1805; infine la cultura francese.
Senza Manzoni in Italia non ci sarebbe stata storia del romanzo; mentre in Francia e in Inghilterra il romanzo si era pienamente affermato già nel Settecento, nel nostro paese Manzoni dovette partire da zero, per questo la sua impresa fu ancor più notevole.

Ritratto di Alessandro Manzoni - Francesco Hayez - 1841 - Milano, Pinacoteca di Brera

La formazione culturale di Manzoni fu segnata dallo studio della mitologia e della letteratura latina. I suoi autori classici preferiti erano Virgilio ed Orazio, successivamente lesse e fu influenzato da Dante e Petrarca. Il suo rapporto con la tradizione dell'Illuminismo lombardo non fu solo culturale, ma proprio di sangue. Da parte di madre era infatti nipote di Cesare Beccaria, l'autore di Dei delitti e delle pene. Inoltre, nonostante il padre legittimo fosse Pietro Manzoni, è molto probabile che il padre naturale fosse un amante della madre Giulia, ossia Giovanni Verri, fratello di Pietro Verri.
Tra i contemporanei furono decisivi per la sua formazione Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri e soprattutto Vincenzo Monti che considerava il più grande poeta vivente.

Ritratto di Vincenzo Monti - Andrea Appiani - 1809

Il matrimonio tra Giulia e Pietro durò pochi anni e il piccolo Alessandro trascorse l'adolescenza nella casa paterna fino a quando, nel 1805, si recò a Parigi presso la madre, che conviveva con Carlo Imbonati. Quando quest'ultimo morì, Manzoni scrisse il componimento poetico più rilevante della prima giovinezza, intitolato In morte di Carlo Imbonati.
Durante i cinque anni trascorsi a Parigi frequentò gli intellettuali illuministi e divenne amico di Claude Fauriel, che, più anziano di Manzoni, aveva partecipato alla Rivoluzione francese. Egli condizionerà le idee politiche e letterarie dello scrittore divenendo per lui la figura di un naturale passaggio dall'Illuminismo al Romanticismo.
L'anno 1810 fu segnato dal ritorno a Milano e dalla conversione religiosa, favorita dalla frequentazione di ambienti vicini al movimento religioso del giansenismo. Inoltre la sua salute fu segnata dai primi disturbi come l'agorafobia, cioè la paura degli spazi aperti, come piazze e vie molto larghe e per di più affollate. I segni evidenti della svolta religiosa sono costituiti dagli Inni sacri, composti tra il 1812 e il 1815. Da quest'ultimo anno in avanti cominciò un periodo di intensa attività letteraria, che durò un decennio, quello dei capolavori.
I primi quattro Inni sacri sono La Risurrezione, Il Nome di Maria, Il Natale e La Passione. Il progetto era quello di scriverne dodici, ma alla fine ne stampò solo quattro per la faticosa elaborazione, in particolare del quarto, non riuscendo a portare a termine il proprio desiderio. Solo più avanti riprenderà questo lavoro e comporrà La Pentecoste attraverso tre diverse fasi elaborative.
L'entusiasmo letterario del Manzoni di questi dieci anni fu dovuto anche al fervido contesto milanese dei primi manifesti romantici e alla possibilità di condurre un'esistenza tranquilla grazie all'eredità ricevuta alla morte del padre, a cui va aggiunta quella di Imbonati. Il poeta era organizzato in modo metodico intorno al proprio lavoro e alle pratiche religiose, circondato dall'affetto della moglie Enrichetta Blondel e della madre, senza preoccuparsi troppo dei numerosi figli. La casa era sempre aperta agli ospiti, agli incontri e agli scambi culturali.
In questo clima nacquero opere fondamentali come le tragedie Il conte di Carmagnola e Adelchi, ma anche le due odi Marzo 1821 e Il cinque maggio.
Tra il 1821 e il 1823 scrisse la prima redazione dei Promessi sposi, intitolata Fermo e Lucia, e dal 1824 al 1827 lavorò alla seconda edizione, nota come "ventisettana", che già presentava il titolo definitivo di I promessi sposi.
Dopo questo lavoro i suoi interessi divennero di tipo linguistico e filosofico, progettando un trattato Della lingua italiana mai portato a termine. Si dedicò anche alla revisione linguistica del suo capolavoro recandosi a Firenze per "risciacquare i panni in Arno", così da uniformare la lingua al fiorentino in uso presso i toscani colti. In questo modo creò un modello fondamentale per la futura lingua dell'Italia unita. Uscì quindi, nel 1840, la versione definitiva del romanzo, nota come la "quarantana".
A estinguere l'entusiasmo furono i numerosi lutti: la moglie, molti dei suoi dieci figli, la madre. Un breve periodo di ripresa dell'attività creativa si ebbe dopo il secondo matrimonio, con Teresa Borri, anche se sono poche le date significative a seguito dell'uscita dei Promessi sposi.
Nel 1860 fu nominato senatore e votò a favore del trasferimento della capitale da Torino a Firenze in attesa della liberazione di Roma.
Il 6 gennaio del 1873, uscendo dalla Chiesa di San Fedele a Milano, dove era solito recarsi a pregare, cadde battendo la testa su uno scalino procurandosi un trauma cranico.

Si spense qualche mese più tardi, il 22 maggio, nella sua casa in via Morone, a due passi dal Teatro alla Scala. I funerali si tennero in Duomo alla presenza delle massime autorità dello Stato. Oggi riposa al Famedio del Cimitero Monumentale.
Il grande musicista Giuseppe Verdi comporrà una Messa da requiem nell'anniversario di morte, eseguita per la prima volta nella chiesa di San Marco a Milano.


Note

Le fotografie del ritratto di Manzoni e della sua tomba al Famedio sono state scattate nell'ottobre 2020, mentre quella della statua dinanzi alla chiesa di San Fedele nel maggio 2023.