Claude Debussy

Nato a Saint-Germain-en-Laye nel 1862, Claude Debussy fu un compositore e pianista, celebrato in patria come uno dei più importanti musicisti francesi e uno dei massimi protagonisti del simbolismo musicale.
Per l'audacia e la ricchezza delle sue innovazioni viene considerato il "padre della musica moderna". Egli ebbe il merito infatti di liberare la musica dalla grande influenza di Richard Wagner, opponendo alla potenza di quell'arte il culto della raffinatezza e dell'eleganza. In questo senso fu sicuramente decisiva la ripresa di un autore come Fryderyk Chopin, capace di cambiare per sempre il contesto musicale europeo e in particolare l'ambiente nobile dei salotti parigini.
La musica francese, grazie a Debussy, raggiunse una ricchezza e un'altezza che non aveva mai conosciuto, arrivando al pari quasi della poesia e della pittura.
Debussy fu amico intimo di molti pittori e poeti, tra cui specialmente Stéphane Mallarmé, ma anche Paul Verlaine, e nelle sue composizioni espresse a meraviglia le tematiche poetiche di quegli anni, caratterizzate da un clima culturale raffinato e decadente che in Francia si era venuto creando a partire da Charles Baudelaire in avanti.
Il repertorio di Debussy, capace di definire attraverso le note vere e proprie immagini e frammenti poetici, appartiene in parte al cosiddetto "impressionismo musicale"; esso riuscì a stabilire un parallelismo con l'analogo movimento pittorico di Édouard Manet, Edgar Degas e Pierre-Auguste Renoir.

Donna al pianoforte - Pierre-Auguste Renoir

Debussy fu un autore cruciale per il fenomeno novecentesco della crisi della tonalità, riuscendo ad anticipare gli importanti cambiamenti del futuro panorama musicale senza declamare la sua novità stilistica. Come per ogni grande figura di riferimento, la produzione di Debussy è difficile da collocare in una sola espressione artistica; essa appartiene sia all'impressionismo che al simbolismo musicale, anche se le teorie degli studiosi sono diverse. A tal proposito si espresse un amico di Debussy, il celebre pianista Erik Satie:

"L'estetica di Debussy si riallaccia, in molti suoi lavori, al simbolismo; ma vista nel suo insieme, è impressionista. Vogliate perdonarmi: non ne sono un po' io la causa? Così si dice".

Erik Satie e Claude Debussy in una foto del 1910.

Debussy e Satie sono accomunati dall'idea di riprendere la tradizione musicale al fine di creare qualcosa di innovativo e, più in particolare, dalla volontà di svuotare di senso la tonalità, per questo sperimentarono alcune tecniche come l'ostinato, cioè il ripetersi di una serie di note, di un ritmo, in maniera quasi ossessiva. Un esempio sono le tre Gymnopédies di Satie che ripetono sempre gli stessi accordi proseguendo nello stile la strada tradizionale, ma arrivando a privarla di significato. Debussy riteneva che la seconda Gymnopedie non si prestasse a orchestrazione, così, nel 1897, il compositore orchestrò solo la prima e la terza. Altro esempio di ostinato è un brano pianistico emblematico della poetica di Debussy, intitolato Des pas sur la neige, "Due passi sulla neve". I suoi preludi sono evocazioni di immagini generiche, ma anche lo specchio della sua sensibilità più intima e sincera. In questa composizione, fortemente innovativa per quei tempi, si percepisce qualcosa di statico, nonostante lo scorrere della musica, come una mancanza di sviluppo o di direzione, proprio come chi cammina nella neve alta. Il compositore sembra voler iniziare un discorso che però non introduce alcun tema. Ciò è quasi una negazione della musica classica nel senso tradizionale del termine.

Scena di neve ad Argenteuil - Claude Monet - 1875

In musica un preludio è un brano piuttosto breve nato nel Barocco, che in passato anticipava un'altra composizione, per esempio in Bach una fuga e in Mozart una fantasia, mentre nell'Ottocento divenne un pezzo autonomo. Tra i compositori più celebri che hanno scritto dei preludi per pianoforte vi è sicuramente Chopin. La differenza principale tra Debussy e Chopin sta nell'intitolare il componimento; se per il primo il titolo suggerisce infatti all'ascoltatore l'immagine precisa che le note vogliono rappresentare, in Chopin la sensazione che comunemente si prova ha in seguito dato il nome al pezzo. Basti pensare al celebre Preludio op. 28 n. 15, noto come La goccia per il particolare effetto onomatopeico dato dal continuo risuonare della stessa nota, oppure al Preludio op. 28 n. 7, meglio conosciuto col nome di Danza polacca in quanto si è soliti ritenere che la brevissima durata rappresenti un fugace pensiero rivolto alla propria terra natale.
Sicuramente vicino allo stile di Chopin per il tema romantico del notturno e per l'emozione capace di trasmetterci, Clair de lune è il terzo movimento della Suite bergamasque, ispirato a una poesia di Verlaine, che riprende un tema tipico anche di Ludwig van Beethoven nella celebre Sonata al chiaro di luna.

La vita di Debussy fu molto movimentata, soprattutto a livello sentimentale. A soli diciotto anni iniziò una relazione con la moglie di un ricco avvocato parigino. Il legame tra i due durò otto anni e si concluse quando il musicista vinse il Prix de Rome nel 1884, una borsa di studio che gli permise di studiare a Roma. Il soggiorno italiano presso Villa Medici, sede dell'Accademia di Francia a Roma, fu decisivo per la sua formazione.
Tornato a Parigi nel 1889 iniziò una relazione con Gabriel Dupont e visse con lei proprio quando conobbe la scultrice Camille Claudel con cui passò giorni e notti a parlare di arte. Debussy la ammirava molto e forse i due avrebbero potuto instaurare un'importante storia d'amore, ma la Claudel decise di non rinunciare al suo maestro Auguste Rodin, nonostante il loro futuro non sarebbe stato facile.
Debussy non riuscì a legarsi stabilmente a qualcuno; pose fine alla relazione con la Dupont per sposare nel 1899 l'amica di lei Rosalie Texier, una modella, con la Dupont che non superò la separazione e tentò il suicidio. Dopo pochi anni di relazione, Debussy sviluppò una crescente irritazione nei confronti della moglie che considerava priva di sensibilità artistica e musicale. Stessa sorte della Dupont toccò alla moglie del compositore quando quest'ultimo si avvicinò a Emma Bardac, donna raffinata, socievole e stimata cantante, con la quale ebbe Claude-Emma, la sua unica figlia.

Debussy al pianoforte nel 1893.

Per quanto riguarda le composizioni orchestrali di Debussy, le più celebri sono Prélude à l'après-midi d'un faune, "Preludio a un pomeriggio di un fauno", e La mer, "Il mare".
Il primo si ispira al poema di Stéphane Mallarmé e viene considerato il modello dell'impressionismo musicale, mentre l'opera di Mallarmé è l'emblema del simbolismo nella letteratura francese.
La musica narra le fantasie di un fauno che, in un paesaggio bucolico, si diletta a suonare il flauto e ha un incontro amoroso con le ninfe. Di nuovo solo, il fauno riprende la melodia e cade in un sonno beato.
Lo stile orchestrale di Debussy non è classico; egli evita le cosiddette cadenze, cioè una serie di accordi conclusivi che allacciano una parte musicale all'altra. In dieci minuti circa di composizione le cadenze sarebbero potute essere ben cinquanta, ma il musicista decide di eliminarle tutte. Questa tecnica può essere spiegata come un discorso in cui le frasi sono tutte lasciate in sospeso.

Ritratto di Stéphane Mallarmé - Édouard Manet - 1876

Il poema di Mallarmé ispirò inoltre l'omonimo balletto di Vaslav Nijinskij, mito della danza e dei Balletti russi. Per le musiche di questa compagnia teatrale, fondata nel 1911 dall'impresario Sergej Djagilev, furono chiamati i musicisti più rilevanti del momento, tra cui il giovane Igor Stravinskij, lo stesso Debussy, ma anche Richard Strauss, Erik Satie e Maurice Ravel. Quest'ultimo ebbe il merito di accogliere il fenomeno della musica popolare americana, il jazz, nella musica europea, proseguendo la strada che già aveva sperimentato Debussy, come mostra il pezzo pianistico Golliwogg's Cake-walk.

Claude Debussy e Igor Stravinskij in una foto del 1910.

La collaborazione con Djagilev da parte di Debussy diede vita nel 1912 al balletto Jeux, orchestrato dal musicista francese, il quale, avendo parecchi progetti teatrali da completare pressoché simultaneamente, affidava spesso l'orchestrazione delle sue opere a colleghi più giovani, come per il dramma musicale del 1911 Le martyre de Saint Sébastien, "Il martirio di San Sebastiano", su libretto in francese di Gabriele d'Annunzio.
Per Jeux si dedicò invece personalmente, probabilmente perché consapevole della visibilità che il pezzo avrebbe avuto grazie ai Balletti russi, espressione artistica che in quel periodo incantava la capitale francese. Fu una delle sue partiture più raffinate e intense, con una musica capace di trascinare l'ascoltatore in un sogno. Nonostante ciò la "prima", a causa di una musica non facile all'ascolto e una coreografia da parte di Nijinskij molto stilizzata, riscosse solo una tiepida accoglienza. La rappresentazione ebbe luogo due settimane prima del debutto del capolavoro Le Sacre du Printemps di Stravinskij.

L'orchestra dell'Opéra - Edgar Degas - 1870

Composta nel 1905, La mer, pensata per una grande orchestra sinfonica, è considerata una delle opere migliori del Novecento. Eseguita per la prima volta a Parigi, è divisa in tre movimenti: De l'aube à midi sur la mer, Jeux de vagues e Dialogue du vent et de la mer.

L'immagine del mare, per il suo essere immenso e misterioso, ha da sempre ispirato la fantasia degli artisti che spesso si sono fermati a contemplarlo rapiti da un'emozione, da un sentimento romantico di piccolezza al cospetto della natura o per trovare conforto nel suo movimento silenzioso.

E tu sempre amerai, uomo libero, il mare!

In lui ti specchi intero: nei giuochi sempre nuovi

delle sue onde innumeri i moti tuoi ritrovi,

e nei suoi acri vortici le tue latebre amare.

In seno alla tua immagine entri senza spavento,

e con gli occhi e le braccia l’accarezzi: il tuo cuore,

talora distraendosi dal suo proprio rumore,

gode di quel selvaggio, indomito lamento.

Nessuno è come voi tenebroso e discreto:

chi osa, uomo, calarsi nei tuoi gorghi profondi?

chi, mare, a te contendere i beni che nascondi?

Tanto siete gelosi d’ogni vostro segreto!

Ma ecco, un contro l’altro, in spietati duelli

v’accanite da secoli a tentare la sorte:

a tal punto vi eccita il massacro e la morte,

o lottatori eterni, disumani fratelli!

Charles Baudelaire

Scriveva Debussy nel 1903 a un amico: "Lavoro a tre schizzi sinfonici [...]. Forse non sapete che avrei dovuto intraprendere la bella carriera del marinaio e che solo per caso ho cambiato strada. Ciononostante ho mantenuto una passione sincera per il mare". L'acqua e il mare sono dunque elementi che stimolano la sensibilità artistica del musicista, che per quest'opera non si pose un obiettivo descrittivo, realistico, bensì cercò di ricordare attraverso la musica le sensazioni e i suoni del mare e il senso di mistero che esso genera in chi lo ammira. L'ascoltatore è dunque spinto ad usare la memoria e l'immaginazione. Ciò che ne deriva dall'ascolto di questo capolavoro sono vere e proprie immagini impressioniste di paesaggi che, leggermente offuscati dal ricordo, portano una pace e una serenità nel nostro cuore frutto della vivacità di colori così radiosi. Alcuni studiosi hanno ipotizzato un parallelismo tra l'arte compositiva di Debussy e la tecnica pittorica di William Turner, ma sono soprattutto i dipinti di Monet l'immagine di questa composizione. Tra i molti paesaggi marini che dipinse, la spiaggia e il mare di Pourville sono quelli che più si accostano a Debussy, che proprio in questa località della Francia settentrionale si recava in cerca di pace, avvertendo il bisogno di allontanarsi dalla vita caotica di Parigi.

Spiaggia a Pourville - Claude Monet - 1882

Debussy morì per un cancro nel 1918 a soli 55 anni. La Francia riconobbe sin da subito il suo genio, celebrandolo come uno dei più grandi rappresentanti musicali e culturali della contemporaneità.