Pëtr Il'ič Čajkovskij

Artista russo del periodo tardo romantico le cui musiche sono tra le più celebri ed eseguite nei teatri di tutto il mondo, Pëtr Il’ič Čajkovskij nacque nel 1840, morendo con molta probabilità suicida a poco più di cinquant'anni a causa di un'esistenza tormentata che, sebbene il successo conclamato, gli fece provare costantemente sentimenti di diversità e solitudine.
Nella sua vasta produzione, dal carattere crepuscolare, si rivelano tutti questi intimi tormenti personali come il senso di abbandono provato dalla precoce perdita dei genitori e le difficoltà legate alla sua omosessualità.
"Rimpiangendo il passato e sperando nel futuro senza mai essere soddisfatto del presente: così ho trascorso la mia vita".

Nella seconda metà dell'Ottocento l'Opéra di Parigi entrò lentamente in crisi, con la capitale francese che perse la propria egemonia artistica a scapito di San Pietroburgo. La Russia mantenne viva la tradizione del balletto che sin dal Seicento era uno spettacolo diffuso e ammirato in tutte le principali corti europee con i migliori ballerini che erano italiani e francesi.
Fondamentale fu la figura di Marius Petipa, coreografo francese trasferitosi nel 1847 a San Pietroburgo dove portò alcuni balletti di successo dell'Opéra. Con lui Čajkovskij lavorò in stretto contatto, come quando nel 1892 portarono al Teatro Marijnskij Lo schiaccianoci, ancora oggi nei teatri un autentico capolavoro.

L'allestimento scenico fu curato inizialmente da Petipa, che dovette però lasciare il posto a Lev Ivanov, secondo coreografo del teatro, a causa di una malattia.

L'azione si svolge in due atti, il primo di ambientazione realistica eccetto il finale a cui si assiste ad un sogno, mentre il secondo fantastico, immerso in uno zuccherato Regno dei dolci.
Durante la vigilia di Natale Clara e Fritz, figli di una coppia benestante, attendono con ansia i regali. Finalmente arriva un amico di famiglia, il signor Drosselmeyer, con alcuni dono strabilianti tra cui uno schiaccianoci a forma di soldatino per Clara.
Nella notte la bambina inizia a sognare una miriade di topi intenti a rubarle il giocattolo. Improvvisamente lo schiaccianoci si anima trasformandosi in un grazioso giovane, portando con sé la fanciulla in un viaggio nel Regno dei dolci, di cui è il Principe. Tra meravigliose e dolci sorprese Clara e il Principe assistono ad esibizioni di danzatori provenienti da paesi esotici, durante le quali vengono eseguite le più celebri composizioni di Čajkovskij, per poi fare ritorno nella realtà. Al risveglio la bambina ripensa al magico sogno abbracciando il suo schiaccianoci.
I primi ballerini del balletto avevano già ottenuto un grande successo interpretando due anni prima La Bella addormentata nel bosco, altro capolavoro del musicista.

La collaborazione con Petipa continuò nel 1895 con Il Lago dei cigni, andato in scena sempre al Teatro Marijnskij. In realtà il balletto era già stato rappresentato a Mosca nel 1877, tuttavia non aveva riscosso successo e la musica del compositore non era stata compresa nella sua potenza drammatica. Per il successivo successo giocò sicuramente un ruolo centrale la coreografia di Petipa.
La trama narra di un principe, Siegfried, innamorato di una fanciulla di nome Odette prigioniera nel corpo di un candido cigno a causa di un maleficio. Soltanto un uomo innamorato e fedele potrà rompere l'incantesimo. Il principe le assicura che la salverà, ma il giorno seguente, durante una festa al suo castello, consegna l'anello nuziale a quella che crede l'amata, ma che in realtà è il perfido cigno nero che ha assunto le sembianze di Odette.
Il destino felice tanto atteso sembra allontanarsi per sempre quando il cigno bianco scompare nel lago, ma il principe si precipita verso di lei mentre infuria una tempesta. Con l'arrivo delle prime luci dell'alba i due giovani sono però ancora insieme riuscendo così a spezzare l'incantesimo e a coronare il loro amore.

Altri celebri composizioni da ricordare sono l'ouverture - fantasia per orchestra Romeo e Giulietta, una delle prime dimostrazioni del suo talento, il cui soggetto tratto da Shakespeare fu sviluppato dall'artista con una forte passionalità ma senza eccessi. Del 1874 - 1875 è invece il famosissimo Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra op.23, caratterizzato dal continuo confronto tra solista e orchestra.
Nel 1876 si ispirò al Canto V dell'Inferno di Dante per la fantasia fantastica Francesca da Rimini, mentre negli anni a seguire le sue opere iniziarono a risentire del cupo pessimismo che segnò la sua anima, come la Sinfonia n. 4, la più celebre insieme alla n. 6 detta la Patetica, di cui l'emblema è però il tema dei cigni tratto dal balletto del 1877.

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