L'Illuminismo

La luce della ragione

L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo.

Immanuel Kant

Un grande cambiamento politico, culturale e filosofico si verificò in Europa durante il Settecento, dapprima in Inghilterra, poi, soprattutto, in Francia: l'Illuminismo, un cambiamento che introdusse il "lume della ragione" lì dove regnavano le tenebre della superstizione religiosa e dell'ignoranza, servendosi del senso critico, della ragione e della scienza.
Lo definì chiaramente il filosofo tedesco Immanuel Kant nel 1784, invitando al coraggio del conoscere usando il proprio intelletto e non quello degli altri.

Tale mutamento fu reso possibile da stati come l'Inghilterra e i Paesi Bassi, in cui si praticava una relativa tolleranza religiosa e dove venivano incoraggiati la libera ricerca scientifica, il dibattito e la circolazione di libri o giornali.
Un ruolo determinante fu anche quello degli intellettuali illuministi francesi, i cosiddetti philosophes, autori di opere rivoluzionarie come l'Encyclopédie. Si è soliti infatti definire la stagione dei Lumi, che non coprì l'intero secolo, quella fase della storia della Francia cominciata dalla pubblicazione dell'Encyclopédie, avvenuta a partire dal 1751, e giunta sino agli anni Ottanta.
Gli ultimi anni del XVII secolo e i primi del XVIII, precisamente sino al 1715, anno della fine del lungo regno di Luigi XIV, il Re Sole, furono caratterizzati da alcune trasformazioni culturali e sociali che toccarono l'intera Europa, tanto che lo studioso francese Paul Hazard, nel Novecento, parlò di "crisi della coscienza europea".

Così, in un lasso di tempo relativamente breve, una società basata sul principio di autorità, condiscendente al potere politico e religioso, al proprio sovrano, venne sostituita da una società fondata sul diritto, l'uguaglianza, sull'indipendenza della morale dalla religione e sulla libera ricerca scientifica.
Questo diverso atteggiamento, rivolto al nuovo, si espresse anche nella curiosità per i viaggi e per le popolazioni extraeuropee, nell'accogliere cibi e bevande provenienti dall'Oriente. Si tratta del cosiddetto "fascino dell'esotico", di cui si impossessarono alcuni philosophes al fine di sottolineare la stranezza e i paradossi delle tradizionali istituzioni europee.
Tale soluzione fu adottata nelle Lettere persiane di Montesquieu del 1721, in cui, attraverso lo scambio epistolare di due persiani che visitano la Francia, l'autore pronuncia una satira spiritosa e pungente contro i costumi francesi di pochi anni prima, durante la fine del regno di Luigi XIV, attaccando il regime monarchico del Re Sole. L'opera raggiunse subito una fortuna straordinaria.

«Il re di Francia è il principe più potente d'Europa. Non possiede miniere d'oro come il re di Spagna suo vicino, ma ha più ricchezze di lui, perché le ricava dalla vanità dei suoi sudditi, più inesauribile delle miniere. Gli si è visto intraprendere e sostenere grandi guerre senza altri fondi che titoli d'onore da vendere, e per un prodigio dell'orgoglio umano le sue truppe erano pagate, le sue piazzeforti munite, le sue flotte equipaggiate. D'altronde questo re è un gran mago: esercita il suo impero anche sullo spirito dei suoi sudditi, li fa pensare come vuole. Se nel suo tesoro c'è solo un milione di scudi, e gliene occorrono due, gli basta persuaderli che uno scudo ne vale due, ed essi ci credono. Se deve sostenere una guerra difficile, e non ha denaro, non deve far altro che metter loro in testa che un pezzo di carta è denaro, ed essi ne sono tosto convinti. Arriva a far loro credere che può guarirli di ogni male toccandoli, tanto è grande la forza e il potere che ha sugli spiriti».

Ancora più importante è Lo spirito delle leggi del 1748, capolavoro di Montesquieu emblema del pensiero illuminista, nel quale teorizza la separazione dei poteri - legislativo, esecutivo, giudiziario - schierandosi dunque ancora una volta contro il monarca assoluto che esercita in sé tutti e tre i poteri.

Se le Lettere persiane di Montesquieu avevano analizzato con senso critico la realtà della società francese, prendendone coscienza dei difetti, nel 1734 le Lettere inglesi di Voltaire innalzarono a modello da imitare la Gran Bretagna, che già aveva conosciuto nel corso del Seicento ben due rivoluzioni. Secondo il filosofo, infatti, l'Inghilterra rappresentava ciò che la Francia non era, vale a dire libera e tollerante, aperta alle discussioni filosofiche e alle nuove teorie scientifiche, come quelle di Isaac Newton.

Si nota come i philosophes siano accomunati dall'interesse per i temi principali della vita pubblica e dalla volontà di esercitare un'influenza sulle scelte dei governi, seppur avendo tra loro opinioni differenti, si pensi all'accesa rivalità fra Voltaire e Jean-Jacques Rousseau. Come mostra il dipinto che segue, fra gli studiosi contemporanei dovevano pesare maggiormente le nuove teorie e le nuove idee espresse da Voltaire, rispetto a quelle di Rousseau, il quale fu invece preso come riferimento principale nel contesto rivoluzionario. L'opera mostra il salotto di Madame Geoffrin, una nobildonna francese, all'interno del quale sono riuniti i più grandi intellettuali e personaggi dell'epoca attorno al busto di Voltaire, a raffigurare la predominanza del filosofo sulla cultura del tempo. Impegnati a leggere una sua tragedia si possono riconoscere Rousseau, Montesquieu, Diderot, d'Alembert, Marivaux e Condillac.

Étienne Bonnot de Condillac è stato il promotore di una concezione filosofica tipicamente illuminista, il sensismo, che attribuisce alle sensazioni l'origine di ogni fatto mentale. Nel suo celebre Trattato sulle sensazioni del 1754 spiegò la corrispondenza fra conoscenza ed esperienza sensibile, secondo la quale tutte le conoscenze derivano dall'esperienza e passano attraverso le sensazioni. Questo determina il primato dell'esperienza sulla stessa ragione, ma anche una particolare attenzione alle capacità sensoriali e percettive che influenzerà profondamente la ricerca letteraria e artistica. Il soggiorno a Parma di Condillac contribuì allo sviluppo del sensismo in Italia.

Voltaire si impose come modello di intellettuale propenso nel far parte in prima persona della vita politica, influenzando le scelte dei regnanti in quello che si è soliti definire "dispotismo illuminato". Egli divenne infatti il consigliere di Federico II di Prussia, sovrano protettore delle arti e delle lettere, soprannominato "re filosofo". Tuttavia Voltaire, disilluso da Federico, si ritirò nei pressi di Ginevra, dove compose, oltre a celebri romanzi filosofici come Candide, anche due opere storiche di notevole importanza: il Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni, ricostruzione della storia europea da Carlo Magno a Carlo V d'Asburgo, e Il secolo di Luigi XIV, focalizzato sulla storia francese più recente. Voltaire non si sofferma solo sulle vicende dinastiche o gli episodi bellici, ma analizza anche i fenomeni sociali e le questioni religiose.
Questo dipinto di metà Ottocento custodito alla Nationalgalerie di Berlino vede seduti al tavolo di Federico II, posto capotavola al centro della composizione, alcuni degli intellettuali più rinomati del secolo, fra cui lo stesso Voltaire, il terzo a sinistra, il quale, di profilo, sta dialogando con il monarca.

Il progetto in assoluto più ambizioso dell'Illuminismo fu però l'Encyclopédie o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, realizzato da Denis Diderot con la collaborazione del matematico Jean Baptiste Le Rond d'Alembert. Un tentativo grandioso, scrisse Diderot, di "mutare il modo di pensare comune", al quale parteciparono vari philosophes, tra cui Montesquieu, Voltaire e Rousseau.
L'opera, pubblicata tra il 1751 e il 1772, è un compendio di tutto lo scibile umano, una vasta enciclopedia appunto, del cui genere fu il primo esempio. Sin da subito tradotta in tutta Europa, in Italia apparve per la prima volta a Lucca nel 1758 e in seguito a Livorno. Nonostante il successo venne accusata di diffondere atteggiamenti di indipendenza e ribellione, influenzando la visione e il pensiero riguardo il potere, divenendo infatti un potente strumento rivoluzionario; per questo venne messa all'Indice dei libri proibiti e condannata da papa Clemente XIII.

Un altro libro dal grande successo editoriale e intellettuale che ben rappresenta il Settecento europeo è il Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, edito nel 1764. La riflessione del giurista e filosofo vissuto a Milano, la capitale italiana dell'Illuminismo, pone l'attenzione al diritto penale, ossia quell'insieme di leggi volte a punire i reati commessi. Il grande merito dell'opera fu quello di condannare il trattamento inumano dei detenuti e pratiche quali la tortura, schierandosi a favore dell'abolizione della pena capitale.

Si può concludere che l'Illuminismo non fu un vero e proprio movimento, ma un cambiamento sociale e politico che portò all'apertura di una nuova fase di critica degli ordinamenti esistenti, dei saperi consolidati, delle autorità stabilite, attraverso la fiducia nelle capacità di pensiero e di giudizio dell'individuo, elevando la ragione come principio fondamentale. Le nuove teorie di democrazia, in cui ognuno può partecipare alla vita politica ed esprimere le sue idee, oltre che la volontà di colmare le distinzioni sociali, crearono i presupposti per quella che fu in Francia la più importante fra tutte le rivoluzioni politiche: la Rivoluzione francese.

29 settembre 2020

Note

L'immagine d'apertura della pagina è il frontespizio dell'Encyclopédie di Diderot. Al centro è la Verità, avvolta da una luce radiosa, che viene spogliata del suo velo dalle allegorie della Ragione e della Filosofia.

Bibliografia

  • L'età moderna. Dalla scoperta dell'America alla Restaurazione - Francesco Benigno - Editori Laterza
  • Il senso del tempo. Volume 2 - Alberto Mario Banti - Editori Laterza
  • La scrittura e l'interpretazione. Volume 4 - Palumbo Editore
  • Storia europea della letteratura francese. Dal Settecento all'età contemporanea - Lionello Sozzi (a cura di) - Einaudi

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