Canto XVII
La teoria dell'Amore
Venere e Amore (dettaglio della Loggia di Psiche) - Scuola di Raffaello Sanzio - 1518 circa - Roma, villa Farnesina
Né creator né creatura mai,
cominciò el, figliuol, fu sanza amore,
o naturale o d'animo; e tu 'l sai.
Lo naturale è sempre sanza errore,
ma l'altro puote errar per malo obietto
o per troppo o per poco di vigore.
In armonia di contenuto con il Canto XVI di Marco Lombardo, nel Canto XVII e nel seguente Dante e Virgilio, ascesi alla quarta cornice della montagna del Purgatorio, riprendono il confronto su tematiche di estremo interesse, concentrandosi in particolare al sentimento dell'amore e della struttura morale su cui si basa il secondo dei tre regni ultraterreni visitati dal Poeta.
Nella prima parte viene narrato il passaggio dalla terza alla quarta cornice del Purgatorio, nella quale vi sono le anime degli accidiosi, che in vita sono stati indolenti e mancanti di vigore nell'amore e nella carità. Per passare da una cornice all'altra i due pellegrini si servono di una scala, obbedendo all'Angelo della pace, il quale cancella dalla fronte del Poeta una della sette P incise dall'Angelo guardiano nel Canto IX, tante quante sono le cornici del monte.
Calata la sera, essendo impossibilitato il proseguire il cammino per volontà divina, Virgilio comincia una digressione a proposito dell'ordinamento morale e della struttura del Purgatorio, a completamento del discorso di Marco Lombardo nel canto precedente. Il tema centrale è quello dell'amore, principio di ogni virtù e di ogni vizio, sentimento che regola la suddivisione dei penitenti nelle varie cornici. Se nell'Inferno ad un peccatore, per contrappasso, è assegnata una punizione eterna a seconda della colpa commessa, nel Purgatorio sono invece le proprie tendenze peccaminose e, soprattutto, le proprie mancanze a stabilire la collocazione nelle varie cornici.
Virgilio distingue poi fra amore naturale e amore d'animo. Il primo è sempre giusto e non può mai sbagliare, in quanto è il desiderio, insito nell'umano, di tornare a Dio, di cui parlerà Beatrice nel Canto I del Paradiso per spiegare a Dante il sublime verificarsi in lui del fenomeno del trasumanar. L'amore d'animo è invece d'elezione, ossia di volontà, quindi è più che mai umano e legato al libero arbitrio di cui aveva parlato Marco Lombardo, si pensi all'esempio di Paolo e Francesca nel Canto V dell'Inferno. Essendo il soggetto a scegliere chi e come amare, nonostante la nobiltà del sentimento, si può dunque sbagliare. L'amore può infine essere mal indirizzato, quindi rivolto al male, ai beni terreni, oppure mancante di vigore, inteso come mancante nei riguardi del Bene, quello appunto che contraddistingue gli accidiosi puniti nella quarta cornice.