A sé stesso

Poesia appartenente al ciclo di Aspasia che esprime la conclusione dell'amore per Fanny Targioni Tozzetti con l'amara delusione subita dal poeta per un sentimento mai corrisposto e forse neppure rivelato. Il suo cuore ora riposa per sempre, anche l'ultima illusione è morta. Questo stato d'animo genera uno sconforto e un disprezzo per tutto, temi che si ritrovano nella poesia Aspasia in cui però si nota nella parte finale una visione più positiva e serena, con l'innamorato che ricorda sorridendo i suoi tormenti.

In questi versi leggiamo invece di una delusione viva e profonda che porta Leopardi alla visione negativa della vita, che è amarezza, noia e nient'altro: solo un'infinita vanità di ogni cosa.

Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, nè di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.