Solone

Rispetto agli autori dell'età arcaica, le informazioni biografiche del poeta elegiaco Solone di Atene sono decisamente maggiori.
Nato ad Atene intorno al 640 a.C. da una nobile famiglia, Solone fu anche un celebre uomo politico.
Le sue elegie, come è evidente dai frammenti rimasti, sono infatti prettamente politiche, volte nel concreto ad indirizzare la mentalità e i comportamenti dei concittadini, spiegando anche le motivazioni ispiratrici delle sue riforme.
A livello politico era ben consapevole che cercando di rendere giustizia a tutti si sarebbe attirato l'ostilità di molti: "Nelle azioni importanti è difficile far piacere a tutti quanti".
Nei suoi testi pose l'attenzione sul tema della giustizia, caro in precedenza anche ad Esiodo. Esempio di elegia politica è il Buon governo, in cui espone la sua analisi personale della situazione politica della città, i cui mali, spesso attribuiti alla volontà degli dei, sono invece dovuti agli uomini: il cattivo governo nasce infatti dall'avidità e dall'egoismo, che riducono in miseria e schiavitù alcuni cittadini a scapito di altri.
A livello stilistico riprese il linguaggio epico, come nel caso di Callino e Tirteo, impiegandolo per scopi attuali e immediati; se per gli altri due autori il poetare era di tipo militare, l'argomento elegiaco di Solone è invece politico.
Anche l'Elegia alle Muse riprende modelli tipici di Esiodo sin dal titolo, che richiama i suoi proemi. Al centro dell'opera vi è ancora la giustizia, che prima o poi, per volere di Zeus, arriva a punire coloro che hanno ingannato gli altri.
Un ultimo tema caro a Solone è quello della vecchiaia, della quale ha una visione opposta rispetto a Mimnermo, ritenendola una stagione della vita estremamente importante: "Invecchiando continuo a imparare molte cose".
Solone ebbe la fortuna di vivere una lunga esistenza spegnendosi intorno al 560 a.C. all'età di ottant'anni. Anni prima aveva vissuto un decennio di esilio volontario per sottrarsi ai tentativi di corruzione degli opposti partiti.