Ibico

Come per Stesicoro, si riteneva che la poesia di Ibico fosse essenzialmente di tipo corale, tuttavia egli si cimentò in varie forme liriche diverse, sia monodiche che corali.
Dai frammenti superstiti si evince che si dedicò in particolare alla melica di argomento amoroso, quindi tipicamente monodica e legata all'ambiente privato del simposio. In linea con questo contesto il sentimento di cui narra è dunque omoerotico, dedicato cioè a dei giovani uomini con cui il maestro stabiliva un legame di tenera amicizia e di fondamentale valenza pedagogica che a volte poteva anche divenire di natura erotica.
In un celebre componimento afferma che durante la primavera, che nel ciclo stagionale dovrebbe essere un momento di felice serenità, Eros non si placa e custodisce con forza l'animo del poeta. Molto probabilmente l'ode aveva una destinazione simposiaca, essendo difficile far conciliare sentimenti così personali con una coralità. L'amore appare come una trappola, come un sentimento che lacera e consuma: per questo il dialogo avviene con sé stessi, col proprio cuore, più che con l'amato.

In primavera, i meli cidoni
irrorati dalle correnti dei fiumi,
- là dov'è il giardino incontaminato
delle Vergini - e i fiori della vite,
che crescono sotto i tralci ombrosi,
ricchi di gemme, germogliano. Per me Eros
in nessuna stagione si posa:
ma come il tracio Borea,
avvampante di folgore,
balza dal fianco di Cipride [Afrodite] con brucianti
follie e tenebroso, intrepido,
custodisce con forza, saldamente,
il mio cuore.

Rilevante è però anche la sua poesia corale, in particolare un componimento nel quale, ispirandosi all'argomento di Omero, narra di come Menelao avesse dimenticato il suo odio per Elena non appena la rivide.

Ibico fu un autore molto legato all'Italia meridionale, in particolare a Reggio Calabria, dove nacque intorno al 580 a.C. da una famiglia aristocratica. In seguito viaggiò molto, al pari di Stesicoro, per evitare di dover proseguire l'opera politica del padre, importante legislatore.

Nei suoi spostamenti realizzava componimenti a seconda delle diverse occasioni e si legò ad alcuni signori in privilegiati rapporti di committenza, anticipando gli aspetti tipici del poeta di corte che saranno propri di Anacreonte, di poco più giovane.